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L’istruzione non basta: un giovane su due trova lavoro solo se è ‘esperto’

Il lavoro? Per tanti giovani che non hanno esperienze professionali rimane una chimera. Il dato emerge da uno studio realizzato da Unioncamere Toscana, sulla base dell’indagine Excelsior sui programmi occupazionali del 2013 delle imprese private con almeno un dipendente. Ebbene, la metà dei giovani che si sono formati a scuola e nelle università ma non ha competenze pratiche rimane a casa.
Scorrendo il report presentato da Unioncamere Toscana, risulta anche che ad offrire le maggiori opportunità alle giovani generazioni, sono le Regioni del Nord-ovest: in primo luogo Piemonte, Val d’Aosta e Liguria, con oltre il 36%. Mentre la più bassa incidenza di assunzioni fino a 29 anni si riscontra in Sardegna e Basilicata (rispettivamente 28 e 27%).
Una precedente esperienza nella mansione ricercata o almeno nel settore è richiesta in particolar modo in Molise (67%) e Sardegna (66%), mentre Piemonte e Valle d’Aosta (50%), Campania e Puglia (entrambe 60%) sono le Regioni dove è meno importante questo requisito.
A livello nazione, per la mancanza di esperienza sul campo che in Italia i giovani appena usciti dal sistema scolastico e formativo sono considerati adatti a ricoprire solo il 45% delle 367.530 assunzioni non stagionali previste per il 2013. E paradossalmente sono proprio i giovani con qualifica di formazione o diploma professionale a essere considerati meno adatti a inserirsi immediatamente nel mondo del lavoro. Fanno eccezione i diplomi professionali socio-sanitari che, con il 65% di assunzioni di neodiplomati, mostrano una buona rispondenza alle esigenze del mercato del lavoro. Per i lavoratori con titolo di studio secondario sono previste 159.810 assunzioni in Italia: di queste il 49% sono aperte ai neodiplomati. I giovani con diploma a indirizzo linguistico e agroalimentare hanno più chances: rispettivamente il 79% e 58%.
Anche se tirocini e stage non si traducono sempre in un vero e proprio rapporto di lavoro, rappresentano oggi uno strumento per garantire ai giovani la prima esperienza sul campo. Nel 2012 sono stati attivati 306.580 stage, il 9% dei quali si è tradotto in un rapporto continuativo. Nel 2012 solo il 14% delle imprese italiane ha ospitato tirocinanti o stagisti, dunque molto resta ancora da fare per mettere in contatto il mondo imprenditoriale con i giovani che si affacciano per la prima volta sul mercato del lavoro.
Per quanto riguarda, infine, i neolaureati, questi hanno maggiori opportunità di inserirsi immediatamente in azienda, poiché sono ritenuti adatti a ricoprire il 50% delle posizioni aperte per il loro titolo di studio (pari a 58.310). Anche in questo caso, l’ingresso nel mondo del lavoro è più facile per l’indirizzo sanitario e paramedico, dove l’incidenza di giovani appena formati sale al 67% e per gli ingegneri civili.
Alessandro Giuliani

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