“La Conoscenza non si vende, si apprende” (Napoli), “Il futuro è nostro Riprendiamocelo” (Roma), “Solo la conoscenza cambierà il mondo” (Cosenza). Sono questi alcuni degli striscioni che hanno aperto i cortei studenteschi – promossi da Unione degli Studenti e Link-Coordinamento Universitario – che oggi hanno sfilato in oltre 50 città italiane.
Oggi in tutto il mondo si è celebrata la Giornata mondiale per il diritto allo studio con lo slogan “Education in not for sale”, l’Istruzione non è in vendita. Secondo alcuni dati forniti dall’Unione degli Studenti, venti Paesi europei sono stati coinvolti nella protesta; un’assemblea studentesca internazionale si è tenuta a Bruxelles con la presenza di centocinquanta studenti di tutta Europa.
“Scuole, università, accademie sono oggi unite per chiedere maggiori fondi sul diritto allo studio – dichiara Stefano Vitale, dell’Unione degli Studenti – vogliamo permettere a tutti gli studenti di poter studiare indipendentemente dalle condizioni economiche, chiediamo edifici sicuri e non fatiscenti, chiediamo una didattica innovativa, chiediamo maggiore democrazia e partecipazione nei luoghi di studio, al di fuori da ingerenze dei privati“.
Per il ministro Gelmini i centri sociali non rappresentano gli studenti italiani.
In un comunicato, il titolare del Dicastero di Viale Trastevere ha sottolineato che “Gli studenti italiani hanno capito che bisogna avere il coraggio di guardare al futuro, di cambiare la nostra scuola, di fare scelte coraggiose. Riproporre vecchi slogan, come se fossimo ancora negli anni ’70, certamente non contribuisce a rendere la nostra scuola più moderna. I manifestanti, per lo più legati al mondo dei centri sociali, – ha concluso – non rappresentano certo i milioni di ragazzi che studiano e si impegnano e che sperano di trovare nelle scuola non un luogo di indottrinamento ideologico ma un’istituzione che li prepari a un vero lavoro”.
Gli studenti mobilitati oggi, però, non sono solo quelli dei centri sociali. Per la prima volta, sono scesi in piazza anche gli studenti dell’accademia nazionale di Danza insieme alle accademie di belle arti.
“La protesta di oggi – evidenzia un comunicato dell’Unione degli Studenti – che vede mobilitarsi 150.000 studenti è il segno che gli studenti italiani non si sono addormentati, non si sono scordati i pesanti tagli del governo ma, anzi, sono una forza attiva nel Paese che chiede e continuerà a chiedere con forza di essere ascoltata”.
Durante le manifestazioni momenti di accesa protesta e tensioni a Milano dove due giovani sono stati arrestati e altri due denunciati. Non sono mancati lanci di uova. Colpita la sede regionale del Miur a Torino.
Altre proteste sono previste nei prossimi giorni.