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L’istruzione non è più una virtù?

Linkiesta.it fa una interessante disamina dell’idea che oggi si ha della istruzione e sembra proprio che il proprio arricchimento culturale sia una concezione ormai obsoleta. Anzi, aggiunge il giornale online, essere stati bocciati scuola diventa un motivo di vanto. Chi sbaglia i congiuntivi non è un ignorante ma uno che parla la lingua del popolo. Se un tempo l’enciclopedia erano scritte dai massimi esperti in materia, oggi Wikipedia viene compilata dal primo che passa. I musei sono vuoti, i monumenti decadono e un ministro sa che raccoglierà voti e consensi dichiarando che “con la cultura non si mangia”.
Il populismo e la tuttologia hanno divorato il rispetto verso le competenze o l’esperienza. Tutti sono diventati esperti di tutto, tutti sanno tutto. Un sapere che però non si fonda su ricerche, ma piuttosto sulle sensazioni, sulle emozioni, sulla pancia.
Tutti sanno tutto. Nella sala d’attesa dei medici spesso compaiono manifesti con scritto: “Fidati di noi”. Tentano di scoraggiare –senza successo– la malsana abitudine di molti che non vanno dal dottore per farsi visitare ma per ordinare la diagnosi.
Sembra di essere tornati ai tempi cupi in cui la sole gira intorno alla Terra perché così dicono la Bibbia e il senso comune. E il Galileo di turno che prova, con metodi scientifici, a ristabilire la verità viene azzittito, bruciato –insieme ai suoi libri– su qualche rogo digitale. Al posto delle superstizioni religiose, le supposizioni complottiste.
E’ bene precisare che chi ha studiato non appartiene ad una razza superiore. Un professionista non ha sempre ragione. Lo studio aiuta ma conosciamo tutti laureati o diplomati, molto più ignoranti dei complottasti o dei tuttologi da tastiera!
Tutti, laureati e non, continua Linkiesta.it, dovrebbero iniziare ad approcciarsi ai problemi del mondo con maggiore umiltà. Ricordarsi del socratico “sapere di non sapere”. E poi affrontare quei problemi, cercando e ricercando il perché, il come, il dove, il quando, insomma capirlo e poi cercare anche l’eventuale soluzione, magari attingendo proprio a chi quel genere di problema lo conosce meglio perché lo ha approfondito, compreso, analizzato e addirittura risolto.
Tornare, insomma, a guardare con gli occhi lucidi e ammirati di Martin Eden il sapere e la cultura. Consapevoli che sono le uniche armi per costruire qualcosa di migliore.
Anche Focus parte delle stesse premesse per fare il punto che una buona insegnante può fare la differenza e in modo particolare il curriculum di una astronoma che alle stelle è arrivata passo dopo passo, guidata da una passione per il cielo iniziando proprio da una brava maestra che le ha trasmesso l’amore per l’astronomia. L’istruzione di qualit, si legge nello statuto della campagna per favorirne la diffusione, da considerarsi uno dei pilastri dei servizi pubblici e dello sviluppo socioeconomico di una comunit, nonch il fondamento di una societ pi equa e giusta, senza pregiudizi razziali o di genere.Un’istruzione globale di qualit – nonostante quanto postulato negli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, che chiedono il raggiungimento dell’istruzione primaria universale per bambini e bambine – non sar accessibile a tutti entro il 2015. quindi necessario dare all’istruzione la priorit che merita, nelle discussioni che stabiliranno gli obiettivi da raggiungere dopo quella data.Le bambine sono spesso pi penalizzate nell’accesso all’istruzione. L’11 ottobre stata la Giornata Internazionale delle Bambine, un appuntamento per ricordare le difficolt sociali ed economiche che le giovani di molti paesi nel mondo devono affrontare per completare il proprio percorso di studi. La coraggiosa Malala Yousafzai, 16enne pachistana che si batte per il diritto all’istruzione delle donne in Pachistan (e che per questo motivo ha subito un attentato dai talebani) ha sollevato il velo su questo problema globale.

Pasquale Almirante

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