Tuttavia, scrive Derek Bok, in un articolo pubblicato dal Il Sole 24 Ore, gli economisti che hanno studiato la relazione tra istruzione e crescita economica confermano ciò che il senso comune suggerisce: non è tanto importante il numero dei laureati quanto l’efficacia con cui gli studenti sviluppano le abilità cognitive, come il pensiero critico e le capacità di problem-solving.
I governi però tendono a garantire l’istruzione superiore di massa cosicchè il costo delle università aumenta notevolmente e diventa sempre più difficile trovare i soldi per pagare tre obiettivi principali: qualità, quantità ed efficienza nei costi.
Considerato che i tassi di laurea e della spesa pubblica sono facili da calcolare, è probabile che sia la qualità educativa, di difficile misurazione, l’obiettivo che sfugge alla politica.
Ma sarebbe pure avviluppata nell’equivoco che l’unico vantaggio importante derivante dall’istruzione superiore sia l’opportunità che essa fornisce ai laureati di trovare un lavoro borghese e di contribuire alla crescita economica e alla prosperità. Ma, sebbene questo contributo sia importante, non è l’unico che conta.
Oltre a trovare un primo impiego, i laureati sembrano avere maggiori capacità di adattamento, rispetto a chi possiede solo un diploma di scuola superiore, nel momento in cui l’economia si modifica e cambiano le esigenze del mercato del lavoro. Inoltre presentano un tasso più alto di partecipazione al voto, sono maggiormente impegnati in attività civiche, commettono meno crimini, educano meglio i loro figli, e si ammalano meno frequentemente, in quanto adottano uno stile di vita più sano.
I ricercatori stimano che questi benefici aggiuntivi valgono anche più dell’incremento di reddito totale su tutta la durata del periodo lavorativo dovuto alla laurea. Se i politici li trascurano, corrono il rischio di incoraggiare forme di educazione più rapide ed economiche che saranno molto meno utili sia agli studenti sia alla società.
Nel corso degli ultimi vent’anni, questi pregiudizi sono chiaramente evidenti nei discorsi dei capi di governo.
Questa ridotta concezione del ruolo dell’istruzione superiore è senza precedenti. Ignora quelli che a lungo sono stati considerati gli obiettivi essenziali dell’istruzione: il rafforzamento del carattere morale degli studenti e la loro preparazione ad essere cittadini attivi e consapevoli.
Nel 1920, John Maynard Keynes profetizzava che non appena i paesi avessero accresciuto il loro benessere, sarebbe diminuita la preoccupazione della gente per i soldi ed i possedimenti. Invece, si è verificato esattamente l’opposto.
Secondo un sondaggio tra gli studenti universitari del primo anno, negli Stati Uniti, nel 2012, l’88 % ha citato la possibilità di ottenere un lavoro migliore come un motivo importante per frequentare il college, e l’81 % ha elencato lo stare molto bene finanziariamente come un obiettivo essenziale o molto importante.
Ma è anche vero che l’82,5% di queste matricole ha considerato il saperne di più su cose che mi interessano un motivo importante per frequentare il college, e il 73 % ha voluto acquisire una formazione generale e il miglioramento delle idee. Tra gli obiettivi che hanno considerato essenziali o molto importanti, il 51% ha citato la possibilità di migliorare la mia comprensione di altri paesi e culture, il 45,6% ha citato lo sviluppo di una filosofia di vita significativa, e frazioni sostanziali hanno elencato obiettivi come diventare un leader della comunità, contribuire a promuovere la comprensione razziale ed essere coinvolti in programmi per ripulire l’ambiente.
Alla fine, i sondaggi suggeriscono che ciò che la gente maggiormente vuole non è tanto la ricchezza quanto la felicità e la soddisfazione che deriva da una vita piena e significativa.
Il denaro aiuta, ma lo fanno anche altre cose, come ad esempio le strette relazioni umane, gli atti di gentilezza, gli interessi appassionanti, e la possibilità di vivere in una società democratica, libera, etica, e ben governata. Un’economia stagnante e la mancanza di opportunità sono indubbiamente dei problemi, ma lo sono anche i bassi tassi di voto, l’apatia civica, il diffuso disprezzo per gli standard etici, e l’indifferenza per l’arte, la musica, la letteratura e le idee.
È responsabilità degli educatori aiutare i loro studenti a vivere una vita soddisfacente e responsabile.
Se i nostri leader considerano l’istruzione solo un mezzo per ottenere posti di lavoro e denaro, nessuno dovrebbe sorprendersi che anche i giovani finiscano col pensarla allo stesso modo.
Derek Bok è Research University Professor presso la Harvard University, dove è stato Presidente dal 1971 al 1991, e dal 2006 al 2007. È l’autore di Higher Education in America.
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