L’Italia è più “smart”, ma Internet non è per tutti

Italia sempre più «smart»: dopo le operazioni bancarie e l’e-shopping, anche per partecipare alla vita politica, votare alle primarie ed iscriversi a scuola ora ci vuole il pc e il collegamento a Internet. E mentre scatta l’obbligo delle iscrizioni online alla scuola primaria o secondaria, c’è ancora un’ampia fascia della popolazione che non ha accesso all’Adsl, presente nell’84,5% delle abitazioni delle fasce più elevate, ma solo nel 50% delle case delle fasce più basse. Una differenza sociale che riguarda anche la connessione wireless, presente nei due terzi delle abitazioni delle famiglie di livello alto e medio-alto contro il 29% di quelle di livello basso.
Lo rileva l’indagine «Municipium 2012. Per le TeknoCittà. Comportamenti sociali più avanti dell’organizzazione urbana» realizzata dal Censis e dalla Rur (Rete Urbana delle Rappresentanze), che fotografa i comportamenti dei cittadini che vivono nei centri urbani con più di 10.000 abitanti e mostra come cambiano gli stili di vita urbani grazie alle tecnologie. E che, se è vero che gli italiani sono sempre più tecnologici, è anche vero che le città faticano a tenere il passo e non sempre sono in grado di offrire servizi adeguati per tutti. La linea Adsl è presente in due terzi delle abitazioni degli italiani ma non lo è nel 22,3% delle case di fascia media e addirittura nel 43,1% delle case di fascia medio bassa e bassa. Per non parlare della connessione alla rete in fibra ottica: secondo i dati Censis-Rur è presente solo nel 13,4% delle abitazioni di fascia alta e medio alta, contro il 73% di queste case che ne è sprovvisto, percentuale che sale al 77,4% nelle case di fascia media.
La possibilità di accedere a Internet sembra quindi più legata alla buona volontà e alla possibilità del singolo individuo, mentre lo sforzo che le amministrazioni locali hanno intrapreso per digitalizzarsi non sempre tiene il passo con le esigenze. Lo dimostra, ad esempio, la diffusione del servizio wi-fi gratuito in alcune aree, vie o piazze della città, poco presente o poco noti ai cittadini. Secondo l’indagine infatti, sono ancora pochi gli italiani ad essere a conoscenza del servizio, quando c’è, e che lo utilizzano.
Solo l’8,6% degli italiani intervistati dichiara di utilizzarlo; il 14% sa che il servizio esiste ma dichiara di non averne mai usufruito, mentre ben il 77,4% non ne è a conoscenza o dichiara che tale servizio non è presente nella propria città. Dichiarano di essere a conoscenza del servizio comunale di wi-fi gratuito e di utilizzarlo il 16,7% di chi risiede al Nord ovest, l’8,8% del Nord est, l’8,2% al Centro e il 3,3% al Sud e nelle Isole. Affermano invece di essere sprovvisti di tale servizio il 71,3% degli intervistati del Nord ovest, il 74% del Nord est, il 75,4% del Centro e l’84,5% del Sud e delle Isole.
«Le città sono vissute dai cittadini con disagio perché quello che loro hanno già conquistato, dall’essere più ecologici e più digitali, al voler utilizzare di più i mezzi pubblici- spiega all’Adnkronos Giuseppe Roma, direttore generale del Censis – l’organizzazione urbana non lo fornisce e quindi abbiamo un numero rilevante di persone che vorrebbero cambiare città e addirittura andare all’estero». Ben il 37,8% del campione intervistato dichiara di essere attratto da questa prospettiva, ma per la fascia di età tra i 18 e i 29 anni, l’ipotesi di un trasferimento altrove vede la disponibilità di ben il 69% degli intervistati ed in quella tra i 30 e i 44 anni del 55%. Tra le motivazioni più gettonate, le maggiori opportunità di lavoro e più sicurezza, seguite dal desiderio di vivere in una città in cui servizi pubblici funzionino meglio. (Adnkronos)

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