Home Archivio storico 1998-2013 Attività parlamentare L’Italia per corruzione è come il Ghana: giro da 100 miliardi

L’Italia per corruzione è come il Ghana: giro da 100 miliardi

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“Gli interessi finanziari in gioco e l’interazione tra il settore pubblico e quello privato fanno degli appalti pubblici un’area in cui è particolarmente elevato il rischio che si registrino fenomeni corruttivi, con ripercussioni sullo sviluppo della concorrenza e del libero mercato”. Nel Libro Bianco del governo sulla corruzione si ricorda che “nel 2011, il mercato degli appalti pubblici ha impegnato una spesa di 106 miliardi di euro (iva esclusa), pari a circa l’8,1% del Pil”. Quindi “si impone per il settore della contrattazione pubblica, una costante azione di vigilanza finalizzata alla tutela dei principi di trasparenza, concorrenza ed economicità”.
“Ogni punto di discesa nella classifica di percezione della corruzione, come redatta da Transparency International, provoca la perdita del sedici per cento degli investimenti dall’estero”.
“Anche all’esito dell’analisi delle esperienze maturate nel contesto internazionale, in cui sono rintracciabili significativi sviluppi nella predisposizione ed applicazione di misure di carattere preventivo nel contrasto della corruzione” la Commissione sulla prevenzione del fenomeno corruttivo, presieduta da Roberto Garofoli “ha atteso alla elaborazione di diverse proposte volte a promuovere meccanismi di prevenzione del fenomeno corruttivo, in larga parte recepite dal disegno di legge all’esame delle Camere”. “L’idea di fondo- si sottolinea- e’ che occorre moltiplicare – nel prevenire fenomeni di corruzione, le barriere interne all’amministrazione con le seguenti azioni: imponendo elevati livelli di trasparenza ‘totale’; irrobustendo l’integrità dei funzionari pubblici (oltre che degli attori del sistema imprenditoriale); rivitalizzando il sistema della responsabilità disciplinare; favorendo la collaborazione dei dipendenti onesti, garantendoli allorchè ‘denunciano’ fatti di corruzione di cui siano venuti in buona fede a conoscenza; introducendo modelli di organizzazione amministrazione con specifica funzione di prevenzione delle illegalità”.