Home Generale L’Italia per innovazioni resta tra paesi più indietro

L’Italia per innovazioni resta tra paesi più indietro

CONDIVIDI

Breaking News

April 19, 2025

Dl Pa, le novità per la scuola: assicurazione sanitaria per il personale estesa e nuove assunzioni di docenti di religione

Compiti vacanze di Pasqua, i genitori alla ds: “Scuola alienante, i nostri figli hanno diritto al riposo più di ogni lavoratore”

Libri di testo, prezzi di copertina per la primaria e tetti di spesa per la secondaria a.s. 2025/2026 

Elenchi aggiuntivi Gps 2025: come fare domanda senza errori? La consulenza con l’esperto

Solo Piemonte, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia sono sopra la media e si situano tra le regioni che tengono il passo con l’innovazione. E’ quanto emerge da due rapporti della Commissione Ue che valutano il grado di innovazione dei 28 e delle loro regioni. “L’Italia – ha detto il vicepresidente Antonio Tajani – e’ un paese che arranca”. 
L’Italia, nell’analisi che fa l’ ‘Innovation Union Scoreboard’ della Commissione Ue, resta come già nelle precedenti edizioni tra i penultimi ‘in classifica’, gli “innovatori moderati” al di sotto della media Ue. “Il suo rendimento innovativo – si legge nel rapporto di Bruxelles – è cresciuto costantemente fino al 2012, registrando un lieve calo nel 2013”. E se “la resa innovativa del paese rispetto all’Ue è cresciuta, raggiungendo l’80% nel 2013”, l’Italia presenta comunque ancora “risultati inferiori alla media unionale per la maggior parte degli indicatori”. Tra i punti deboli, il basso numero di dottorandi extraeuropei e di pmi innovative che collaborano con altre, mentre i punti di forza relativi stanno nelle co-pubblicazioni scientifiche internazionali e nei disegni e modelli dell’Ue. 
Alcuni indicatori sono però in miglioramento, tra cui una “forte crescita” per quanto riguarda i dottorandi extraeuropei, le entrate dall’estero derivanti da licenze e brevetti, le co-pubblicazioni scientifiche internazionali e i marchi. Si registra invece un “rallentamento della crescita” negli investimenti di capitali di ventura, nelle spese per l’innovazione diverse da quelle per attività di ricerca e sviluppo, nei disegni e modelli dell’Ue e nell’occupazione in attività a elevata intensità di conoscenze. Nel gruppo degli innovatori moderati, di cui l’Italia è alla guida, vi sono anche Croazia, Repubblica ceca, Grecia, Ungheria, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Slovacchia e Spagna. 
I primi della classe restano invece i paesi nordici: leader dell’innovazione sono Danimarca, Finlandia, Germania e Svezia. 
Con una performance sopra o nella media Ue, sono invece i paesi che ‘tengono il passo’, ossia Austria, Belgio, Cipro, Estonia, Francia, Irlanda, Lussemburgo, Olanda, Slovenia e Gran Bretagna. 
In termini complessivi, dallo studio di Bruxelles emerge come l’Europa stia colmando il divario con gli Usa e Giappone, ma le differenze tra i 28 rimangono ancora considerevoli, riducendosi lentamente. A livello regionale, il gap dell’innovazione si sta allargando e in quasi un quinto delle regioni dell’Ue il rendimento innovativo è peggiorato. (Ansa)