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L’obesità giovanile si combatte anche con i pasti freschi a scuola

Per combattere l’obesità infantile, dal prossimo anno scolastico i pasti destinati agli alunni di alcune cittadine statunitensi torneranno ad essere freschi e non più preconfezionati: la misura è stata già approvata in diversi centri del Colorado, che è anche lo Stato americano con più basso tasso di obesità e dove la consapevolezza dell’importanza di un’alimentazione sana a partire dall’infanzia è molto diffusa.
Come a Greeley, dove la maggior parte dei 19.500 alunni e studenti si alimenterà con i pasti fatti in loco. “Vogliamo mostrare che la cucina non è una cosa solo per le elite”, ha detto al New York Times Jeremy West, direttore dei servizi alimentari del distretto scolastico in cui si trova Greeley. Nelle scuole della città verranno così ripristinati forni, impastatrici e tutti gli attrezzi necessari per preparare un piatto a partire dagli ingredienti di base. Ma non solo: per combattere l’obesità infantile il distretto vuole anche ridurre il numero degli ingredienti, spesso chimici, che caratterizzano dagli anni Ottanta le ricette per i pasti scolastici.

Così dal 18 agosto le scuole di Greely cucineranno prima di tutto riducendo il numero di in gradienti: se in un burrito di fagioli e formaggio preconfezionato ce ne sono oltre 35, lo cucineranno utilizzandone solo 12.
Inoltre cercheranno di sfatare anche il mito che per promuovere il ritorno dei piatti freschi a scuola comporti molti più fondi che ordinare cibi preconfezionati da un fornitore esterno. Secondo Kate Adamick, cofondatrice di Cook for America, un gruppo che insegna alla scuole (soprattutto quelle collocate nei distretti più poveri) a cucinare pasti più sani, il meccanismo dei rimborsi federali potrebbe anzi agevolare le scuole più povere, se decideranno di tornare a cucinare i pasti da zero.

Alessandro Giuliani

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