Protagonista un docente di Educazione Musicale A032 con 36 anni di insegnamento e 30 anni di continuità nella stessa scuola e con gli stessi colleghi, coinvolto nel dimensionamento, perde la titolarità ed è costretto a fare domanda di trasferimento condizionata per mantenere il diritto nell’ottennio a rientrare nella ex sede di titolarità.
DIMENSIONAMENTO SCOLASTICO
Un Circolo Didattico e una Scuola Media dello stesso comune, diventano col dimensionamento scolastico due ISTITUTI COMPRENSIVI.
Il docente protagonista, risulta ultimo (il collega ha diritto di precedenza) per la sua classe di concorso nella graduatoria unica del dimensionamento, è costretto prima a completare il proprio orario con Cattedra Orario Esterna nello stesso comune, prendendo le prime classi del neonato comprensivo, nei due anni successivi perde la titolarità nella sede dove ha continuità da 30 anni e acquisisce la titolarità nel nuovo I.C. oggi al quarto anno dalla sua istituzione.
Nel corso di questo ultimo triennio, non è stata assicurata agli alunni alcuna continuità didattica, perché ogni anno è stato necessario garantire un minimo di classi per ciascun ordine di scuola ai comprensivi nati.
La scuola media ha ceduto due prime classi all’ex circolo didattico e quest’ultimo ha ceduto due prime classi alla ex scuola media. Così entrambi gli istituti si assicuravano tutti gli ordini di scuola tipici dei comprensivi.
Con la “Buona Scuola” si introducono in organico i posti di potenziamento in varie classi di concorso.
Il docente interessato quando viene pubblicato il CCNL della mobilità, decide di non presentare domanda, e decide di non avvalersi del diritto al rientro nella ex sede di titolarità che può esercitare in un ottennio in quanto trasferito d’ufficio e rinuncia anche al punteggio di continuità compreso il bonus, che veniva assegnato a chi non produceva domanda di trasferimento per un triennio scolastico dal 2001 al 2008, che il professore aveva maturato, lui non vuole assolutamente lasciare i suoi alunni, col trasferimento sarebbe costretto a rientrare nella ex sede di titolarità sul posto di potenziamento, oggi assegnato a un docente del piano straordinario assunzioni buona scuola per la fase C.
E’ il momento di definire gli organici del 2016/2017: L’organico dell’autonomia comprende posti di sostegno, posti comuni (COI E COE) e posti di potenziamento.
La cattedra dell’interessato è su posto comune, una COE 14+4 ore e poi nella stessa scuola c’è una cattedra sul potenziamento.
In organico provvisorio scompare la COE ma si conserva la cattedra sul potenziamento e rimane uno spezzone orario di 14 ore sull’IC dove il docente è titolare e 4 ore sull’altro IC dello stesso comune che completano la cattedra (18 ore complessive).
Il docente fa reclamo presso l’ufficio scolastico provinciale, il Dirigente Provinciale lo rassicura che farà il possibile per ripristinare la cattedra orario esterna ma la scuola dovrà rinunciare al posto sul potenziamento della stessa disciplina perché non essendoci cattedra intera e dovendo sciogliere un certo numero di cattedre esterne per ordine del Miur, deve essere privilegiato il posto sul potenziamento a discapito della COE e se quest’ultima si ripristina, sparisce il posto sul potenziamento.
I posti sul potenziamento vanno conservati nello stesso numero dell’anno in corso, è possibile la sola variazione ma non la soppressione di una cattedra sul potenziamento.
Organico definitivo, viene ripristinata la COE ma a sorpresa, si è conservata anche la cattedra sul potenziamento.
Si presume che il docente titolare sia rimasto titolare sul posto comune cattedra orario sulla COE!
Invece no. Sorpresa per il docente che si sente mancare….è stato derubato delle sue classi… il bollettino dei trasferimenti vede assegnata alla mobilità la cattedra orario esterna, e al docente titolare in sede gli lasciano il potenziamento.
E la continuità? Ma perché è stato assegnato il posto a chi viene dall’esterno a trasferimento sulla COE?
E’ vero che il dirigente può assegnare le classi o il potenziamento a sua discrezione e decisione…. ma allora perché si continua a dare una definizione e un nome alle cattedre nei movimenti di mobilità?
Che continuità può essere garantita agli alunni?
Dopo aver dedicato il proprio tempo la propria professionalità agli alunni del comprensivo, compresi quelli delle 5^ classi che si approssimano ad andare in prima nella scuola media, tanti alunni si sono iscritti perché sapevano di trovare quel docente e ora viene strappato alle classi e viene messo a disposizione sul potenziamento… (a questi ragazzi ha offerto per tutto l’anno il tempo del suo giorno libero gratuitamente).
A cosa è servita la sua rinuncia al rientro in sede, a che è servito rinunciare al punteggio di continuità ..??? Questi ultimi 7/8 anni di lavoro saranno difficili e insostenibili, non si può giocare con le vite, con la professionalità e soprattutto con gli affetti delle persone.
Niente in contrario ai posti sul potenziamento… ma che diano la priorità alle cattedre orario.. alla continuità didattica alla formazione dei nostri ragazzi i quali hanno bisogno di figure di riferimentO.
Ora gli alunni di questo professore il prossimo anno dovranno fare a meno di lui..? Quello che si costruisce in classe non si costruisce con i progetti, con le supplenze o con l’essere utilizzato in attività differenti e in orari differenti.
E non solo. Dopo tre anni il PTOF potrebbe rivedere le classi di concorso e questo docente sfortunato chissà dove potrebbe andare a finire… la sua generosità di animo si è riversata contro se stesso… voleva garantire una continuità ai suoi ragazzi che adora.. invece oggi si ritrova davanti a un punto interrogativo….. Potrò mai più essere il docente della classe?
Questo non doveva accadere a chi ha a suo carico 36 anni di insegnamento.
Renzi… Giannini… Malpezzi.. Puglisi… Maria Coscia, Alessandro Fusacchia, Simona Flavia Malpezzi, Marco Di Lello Due, pensate ai danni che state arrecando alle famiglie e alle persone e peggio ancora ai nostri ragazzi che sono la nostra speranza e saranno il nostro futuro.
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