La decisione di portare a non oltre lunedì 20 aprile la scadenza per la presentazione degli emendamenti al ddl Buona Scuola, non piace al M5S: “è l’ennesimo atto di sopraffazione della maggioranza nei confronti del Parlamento e di mortificazione della democrazia. Ancora una volta ci vogliono costringere a ritmi serrati e a un modo di lavorare che, di serio e rispettoso verso il mondo della scuola, non ha nulla”.
“A oggi – aggiungono i ‘grillini’ – non ci è ancora pervenuto il parere del comitato per la legislazione, fondamentale per stabilire la qualità del testo, e non possediamo i dati sulle graduatorie dei docenti, che chiediamo al governo da tempo. Se anche fossero a nostra disposizione domani (16 aprile ndr), il tempo a disposizione per studiarli sarebbe veramente irrisorio. Infine, a mancare sono anche i pareri delle commissioni interessate. Insomma, si vuole procedere a ogni costo, anche se le falle nel provvedimento non si contano più. Questo modo di lavorare è ridicolo e da dilettanti e, se queste sono le premesse, la qualità del prodotto definitivo sarà scadente”.
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“La posizione della maggioranza – ha detto Bruno Molea, deputato di Scelta civica – è quella di non stralciare nulla ma di fare viaggiare di pari passo questi due pilastri della riforma della scuola. Il ddl ha una tempistica stretta: per dare continuità alle speranze di 100 mila persone, l’iter deve essere concluso entro maggio, termine ultimo per accedere alle graduatorie. Sugli emendamenti il termine non è larghissimo, è chiaro che dovremo lavorare il fine settimana, ma visti i tempi ogni pausa dai lavori dell’aula è buona per tornare in commissione a lavorare su questo”.
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