La risoluzione del Parlamento Europeo, assunta in data 5 settembre, adotta una formula "bilanciata" che potrà essere favorevolmente accolta dai Governi nazionali e dalle forze politiche di opposizione, sia dai fautori delle scuole e Università statali, che dai sostenitori del ruolo importante dei privati nell’istruzione.
Ciò, in particolare, si evince dalla lettura di alcuni importanti passi del documento, dove viene ribadito l’obbligo dei Paesi membri, per ragioni sociali e di parità di opportunità, di sostenere l’Istruzione pubblica superiore e universitaria e dove viene dichiarato che "…il rispetto della sussidiarietà è perfettamente compatibile con tale aiuto…".
Nel documento viene, inoltre, sottolineato il ruolo non esclusivamente funzionale al mercato del lavoro che le Università devono adottare, considerando che queste "devono coltivare lo spirito critico e la ricerca, nonché dare importanza all’osservazione, alla logica pura, alla curiosità, all’interesse per l’ambiente naturale e sociale che ci circonda e al desiderio di sperimentazione".
La risoluzione del Parlamento Europeo sollecita i Paesi membri a promuovere la cultura di qualità anche attraverso una valutazione "esterna, trasparente e accessibile ai cittadini".
E che comprenda, come elemento determinante, la disponibilità di fondi per borse di studio, sussidi, alloggi e assistenza sanitari agli studenti.
Il Parlamento sostiene le proposte, avanzate dalla Commissione, di introdurre, in collaborazione con tutte le università dei Paesi membri dell’Unione, l’istituzione di master europei.
Invita a favorire la pratica nella formazione universitaria e chiede agli Stati di promuovere programmi universitari mirati alla formazione lungo tutto l’arco della vita, soprattutto per fornire competenze professionali aggiornate agli adulti esclusi dal mercato del lavoro.
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