La partita di calcio per festeggiare l’ultimo giorno di scuola non s’ha da fare: discrimina le studentesse. Largo ai creativi, agli studiosi, agli artisti.
Ad associare lo sporta nazionale con la discriminazione di genere, sono stati i docenti della scuola media di Greve in Chianti, in provincia di Firenze. Lo hanno scritto “in un manifesto affisso nella scuola e rivolto a studenti e studentesse – scrive l’Ansa -. I docenti dicono che la partita agevola un protagonismo sbagliato, perché i maschi più portati allo sport emergono, mentre le ragazze sono irrimediabilmente escluse. E con esse, sostengono ancora i docenti, sono messi fuori i creativi, i brillanti, i timidi, gli imbranati”.
“Quest’anno è stato deciso di non far coincidere l’ultimo giorno di scuola con la partita di calcio: una vetrina per pochi”, attacca un murale a carta gialla affisso nell’atrio e scritto a pennarello. “Siamo i vostri docenti e siamo chiamati a trasmettervi la forza del pensiero critico, il coraggio delle scelte difficili, il valore dell’uguaglianza e di tutte le diversità a partire da quella di genere”, si legge in un testo firmato in calce da una ventina di professori.
“Non possiamo e non vogliamo accettare di veder relegate le nostre più brillanti ragazze nel ruolo di passive ‘cheerledears’, non vogliamo che alla fine valgano ancora una volta e soltanto la prestanza fisica, l’abilità sportiva, l’egemonia culturale del calcio. Almeno non a scuola”.
{loadposition el-ed-genere}
Perciò, “quelle che dovrebbero essere esaltate alla conclusione di un percorso di vita come la scuola media sono le menti eccelse fra voi, chi ha dimostrato rispetto e solidarietà per gli altri, chi ha lottato per l’impegno e la responsabilità: sono ragazzi e ragazze, fighi e non, sportivi e imbranati”.
I docenti sostengono che nell’istituto secondario di primo grado Greve in Chianti, “l’importanza che di anno in anno gli studenti e le studentesse hanno dato a questa partita conclusiva è divenuta sempre maggiore, esagerata: maglie costose, selezioni umilianti e una sistematica esclusione delle ragazze (nonché di quei ragazzi meno portati per il calcio) dal ruolo di protagonisti e protagoniste. Se una festa di fine anno ci dovrà essere, che sia davvero un momento di coinvolgimento per tutti e tutte, non l’ennesima occasione di esclusione, prese in giro competizione sfrenata, arrabbiature e delusioni”.
“Che lo spazio sia dato a tutti, protagonisti e protagoniste. Accettiamo idee che valorizzino ognuno, dove i protagonisti possono essere gli uomini e le donne, gli sportivi e anche i creativi, gli studiosi, gli artisti, i timidi, gli estroversi, chi abbia abilità convenzionali e chi divers-abilità, chi ama la condivisione piuttosto che la selezione, chi crede nell’amicizia più che nei goal”, conclude il manifesto.
{loadposition facebook}
Continuano i disagi nelle scuole di Roma. Dal 15 novembre, giorno previsto dall’ordinanza del sindaco…
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato del Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati in difesa dei docenti…
Sempre meno studenti in gita scolastica rispetto al passato, colpa dell’aumento dei prezzi che ha…
In classe, un DOP può essere valorizzato con attività creative e sfidanti, come progetti interdisciplinari,…
Le UDA (Unità di Apprendimento) sono percorsi didattici integrati che collegano obiettivi, competenze e attività…
Essere insegnante significa guidare gli alunni con empatia e pazienza, costruendo un rapporto di fiducia.…