L’Unicef sull’adolescenza: “il tempo delle opportunità” ancora negate a milioni di ragazzi
Si chiama “Adolescenza: Il tempo delle opportunità” ed è un documento importante, perché contiene gli ultimi dati sulla Condizione dell’infanzia nel mondo. A realizzarlo, come avviene da diversi anni, è stato l’Unicef: l’organizzazione ha presentato il rapporto italiano nei giorni scorsi, alla presenza del presidente dell’Unicef Italia Vincenzo Spadafora, che ha consegnato ufficialmente il documento al presidente della Cei, il Cardinale Angelo Bagnasco nel corso di una cerimonia a Roma nell’Aula Magna della Cei. “Negli ultimi due decenni – ha detto Spadafora – forti investimenti hanno prodotto dei miglioramenti enormi per i bambini fino a 10 anni. Il calo del 33% nel tasso globale di mortalità sotto i cinque anni dimostra che si sono salvate molte più giovani vite, che nella maggior parte delle regioni le bambine hanno quasi le stesse probabilità di frequentare la scuola primaria rispetto ai loro coetanei di sesso maschile, e che adesso milioni di bambini beneficiano di un migliore accesso all’acqua potabile e a cure essenziali come le vaccinazioni di routine per contro, si sono registrati meno miglioramenti in ambiti critici per gli adolescenti. Attualmente però più di 70 milioni di adolescenti in età di scuola media non la frequentano e, a livello globale, le femmine sono ancora indietro rispetto ai maschi in termini di partecipazione alla scuola secondaria”. Durante la presentazione è stato ricordato che senza istruzione gli adolescenti non possono sviluppare le conoscenze e le capacità di cui hanno bisogno per affrontare i rischi di sfruttamento, di abuso e di violenza, che risultano più alti proprio nel secondo decennio di vita. In Brasile, per esempio, tra il 1998 e il 2008 si è salvata la vita a 26mila bambini di meno di un anno, determinando una netta diminuzione della mortalità infantile. Nello stesso decennio, però, 81mila adolescenti brasiliani tra i 15 e i 19 anni sono stati uccisi. È durante questo secondo decennio di vita che le disuguaglianze e la povertà si manifestano più duramente, secondo l’organizzazione per i diritti dell’infanzia. I giovani poveri o emarginati hanno meno probabilità di compiere durante l’adolescenza il passaggio all’istruzione secondaria, mentre hanno più probabilità di patire forme di sfruttamento, di abuso e di violenza come il lavoro domestico e il matrimonio precoce, soprattutto se sono di sesso femminile. “L’adolescenza – ha dichiarato Anthony Lake, direttore generale dell’Unicef – rappresenta un punto di svolta, un’opportunità per consolidare i progressi compiuti nell’ambito della prima infanzia, che altrimenti si rischierebbe di vedere cancellati. Ora dobbiamo concentrare maggiormente l’attenzione su come raggiungere gli adolescenti, e soprattutto le adolescenti, investendo nell’istruzione, nella salute e in altre misure volte a coinvolgerli nel processo di miglioramento delle loro condizioni di vita”. L’adolescenza è un’età di fondamentale importanza. Nel mondo in via di sviluppo (Cina esclusa), le adolescenti povere hanno circa il triplo di probabilità di sposarsi prima dei 18 anni rispetto a un quinto delle loro coetanee appartenenti alle famiglie più ricche. Le ragazze che si sposano troppo presto rischiano maggiormente di cadere in un ciclo negativo di gravidanza precoce, di tassi elevati di mortalità materna e di malnutrizione infantile. Inoltre, le ragazze patiscono tassi più elevati di violenza domestica e/o sessuale rispetto ai ragazzi, e sono più soggette al rischio di infezioni da Hiv. La stragrande maggioranza degli adolescenti di oggi (88%) vive in paesi in via di sviluppo. Molti di loro si trovano a dover affrontare una serie unica di sfide. Sebbene oggigiorno, in tutto il mondo, gli adolescenti siano generalmente più sani che in passato, restano significativi molti rischi per la salute, tra cui gli infortuni, i problemi connessi all’alimentazione, l’abuso di determinate sostanze e i problemi di salute mentale; si stima che circa un adolescente su cinque soffra di problemi di salute mentale o comportamentali. C’è poi la piaga dei giovani disoccupati, che nel 2009 ha toccato in tutto il mondo gli 81 milioni. Un mercato del lavoro sempre più tecnologizzato richiede capacità che molti giovani non possiedono. Ciò rappresenta non soltanto uno spreco di talenti giovanili, ma anche un’opportunità perduta per le comunità in cui questi giovani vivono. In molti paesi, ingenti popolazioni di adolescenti costituiscono una risorsa demografica unica che viene spesso trascurata. Investendo nell’istruzione e nella formazione professionale degli adolescenti, i Paesi possono raccogliere una forza lavoro ampia e produttiva, contribuendo significativamente allo sviluppo delle economie nazionali.