I parlamentari dei partiti dell’Unione, che siedono alla Commissione Cultura della Camera, hanno pubblicato un documento che, di fatto, demolisce la riforma Moratti varata, secondo i firmatari, senza adeguato confronto con gli operatori scolastici, allo scopo di realizzare risparmi, mettendo “in discussione il valore sociale della scuola pubblica”.
I parlamentari chiedono che la legge 53 venga cancellata, per essere sostituita da “una serie di provvedimenti legislativi che garantiscano in primo luogo il carattere unitario e nazionale del sistema, che rilancino la sua strategica funzione sociale e culturale, che recuperino i principi costituzionali violati (obbligo scolastico), che rafforzino l’autonomia scolastica quale principio costituzionale valorizzando la capacità di autogoverno, che recuperino e consolidino le esperienze innovative che la scuola ha prodotto e sperimentato sotto il profilo pedagogico, didattico ed educativo (tempo pieno e prolungato ad esempio)”.
Nel documento vengono esplicitati i punti qualificanti di un progetto alternativo alla riforma Moratti, come l’innalzamento dell’obbligo scolastico, un sistema qualificato di formazione professionale regionale, investimenti di risorse pubbliche, la lotta alla precarietà, la valorizzazione del ruolo e della professionalità degli insegnanti, il rilancio delle politiche di diritto allo studio.
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