L’inedito “fronte” che si era creato in occasione dello sciopero del 5 maggio si sta già sgretolando, come peraltro era pressochè inevitabile: pensare che dallo Snals ai Cobas passando attraverso la Cgli, la Gilda e l’Unicobas possano essere tutti d’accordo sulle modalità di prosecuzione della “battaglia” contro il ddl sulla scuola fa parte più della fantapolitca che della realtà.
E infatti proprio poche ore fa la Cisl ha fatto sapere di non essere assolutamente disponibile a prendere in considerazione l’ipotesi di bloccare gli scrutini. Per dare maggior peso a questa decisione è uscita allo scoperto persino la segretaria nazionale Annamaria Furlan che ha dichiarato: “Nessuna sponda ai Cobas sul blocco degli scrutini, ma il governo deve rispettare l’impegno di dialogare con il sindacato. il blocco crea disagio alle famiglie e agli studenti. Ci stiamo spendendo per evitare una situazione così grave. Il governo e anche il sindacato devono assumersi le loro responsabilità”.
In effetti una protesta che veda uniti Bernocchi, d’Errico, Nigi, Scrima e tutti gli altri segretari nazionali non sarebbe molto realistica. D’altra parte anche nei giorni scorsi Cisl Scuola non si era esposta più di tanto facendo appunto intuire di non voler assumere posizioni troppo estreme.
A questo punto, però, bisognerà vedere cosa decideranno gli altri sindacati: già in occasione dello sciopero del 5 maggio, per esempio, Massimo Di Menna (Uil-Scuola) e Rino Di Meglio (Fgu-Gilda) aveva fatto sapere di essere intenzionati a proseguire nella protesta arrivando anche alla sciopero degli scrutini. E anche Mimmo Pantaleo della Flc e Marco Paolo Nigi dello Snals si erano pronunciato in questa direzione. Ma adesso il passo indietro della Cisl fa sorgere un problema di non facile soluzione: Cgil e Uil manterranno fede agli annunci dei giorni scorsi o si allineeranno alla scelta della Cisl per evitare di rompere del tutto quella parvenza di unità sindacale che sembrava essere rinata il 5 maggio?
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