Attorno all’ex stabilimento Bialetti di Omegna, sul Lago d’Orta in Piemonte, starebbe sorgendo una università con sede distaccata di quella già operativa di Lecce.
Saputa la notizia, scrive La Stampa, si sono riuniti i consiglieri comunali di Fratelli d’Italia e Lega Nord: “Siamo quasi di fronte a un fatto compiuto. È metà gennaio e dal sito dell’università si apprende che a febbraio, ovvero fra due settimane, ci si potrà iscrivere e che raggiunto un numero minimo di adesioni il corso partirà. Con tutto il rispetto, vorremmo sapere cosa succede nella nostra città”.
Anche il sindaco sarebbe in fibrillazione: “Apprendere da un sito che Omegna diventerà sede distaccata di una università che non esiste, mi pare uno scherzo di Carnevale in anticipo”.
E invece sembra proprio che la sede distaccata dell’università islamica di Lecce a Omegna abbia una sua concretezza, a sentire Giampiero Khaled Paladini, presidente dell’università islamica d’Italia. «La nostra è una università come le altre; abbiamo aperto il 27 febbraio dello scorso anno. Siamo in fase di accreditamento al ministero e ci vorranno un paio d’anni per completare il processo burocratico, nel frattempo siamo operativi. Per i corsi di laurea veri e propri dovremo aspettare ottobre, mentre i master, come quelli che intendiamo fare a Omegna, possiamo farli subito. Saranno tenuti da manager ed esperti di economia internazionale, non solo musulmani, e serviranno a conoscere i meccanismi alla base della finanza islamica».
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I corsi inizieranno se ci saranno un minimo di 15 iscritti, con un massimo di 25.
Se invece di essere islamica questa università fosse stata di altro credo religioso, con ogni probabilità sarebbe stata motivo di orgoglio da parte del sindaco e della giunta con sollecitazioni e aiuti a continuare.
Ma l’Islam come si sa fa paura e affiancargli una università ancora di più. Ma c’è anche un’altra domanda: se lo stato finanziasse tutte le scuole, pubbliche e private, con un voucher uguale per ogni famiglia, come chiedono i sostenitori delle scuole cattoliche, cosicché ciascuno possa scegliersi la propria istruzione, in omaggio alla libertà di educazione, cosa succederebbe di fronte al sicuro proliferare di scuole religiose islamiche? Non si creerebbero delle piccole roccaforti integraliste l’un contro l’altra armata o comunque assi diffidenti fra loro al dialogo, come invece non potrà mai avvenire nella scuola pubblica all’interno della quale convivono più credi e più fedi, più idealità e più confronti?
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