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L’universo sommerso delle ripetizioni private: così i docenti arrotondano. Il 90% è in nero

Il problema delle ripetizioni private si ripresenta ogni anno. Sul sito della nota rivista Internazionale, si può leggere un interessante articolo a firma di Christian Raimo, giornalista e scrittore. Il tema delle ripetizioni è sempre visto come un tabù: alle volte si tratta di un doppio lavoro per molti docenti che arrotondano il salario. Con il contratto fermo da 10 anni, le ripetizioni rappresentano davvero “un salvagente economico”. Con le lezioni private fatte in nero alcuni arrivano anche a tremila euro

 

COSA PREVEDE LA LEGGE – Ci sarebbe una normativa che regola le ripetizioni. Infatti, dal decreto legislativo numero 297 del 1994 all’interpello 40/2010 del ministero del lavoro, agli insegnanti viene chiesto di avvertire i dirigenti nel caso in cui decidano di dare ripetizioni (e quindi ottenere un salario aggiuntivo) e gli si chiede anche di non farle agli studenti del loro stesso istituto e di dichiarare al fisco le entrate. Ovviamente tutto questo non accade. Si moltiplicano pertanto i centri studi e i siti dedicati alle ripetizioni.

 

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MERCATO FLORIDO – L’indagine più recente, spesso citata come riferimento, è del 2016 e l’hanno svolta i ricercatori Lorenzo Castellani e Giacomo Bandini per la fondazione Einaudi su un campione di 983 famiglie. Il giro d’affari è di 900 milioni di euro all’anno, e che il 90 per cento non è dichiarato al fisco. Un’indagine del 2015 dell’Unione nazionale consumatori (Unc) ha provato a fare una stima, ed è venuto fuori che il costo medio è di 25 euro a lezione, una cifra che può arrivare anche a 40 o 50 euro per una di greco. In un mercato sregolato e non monitorato, i prezzi salgono e scendono a seconda della variabilità dell’offerta.

 

PERCHE’ LE RIPETIZIONI“La ragione che porta così tanti studenti e genitori a sobbarcarsi la fatica e la spesa delle ripetizioni – scrive Raimo – è semplice ed è legata al discorso che facevamo all’inizio sulla dispersione: la bocciatura in Italia è spesso l’anticamera dell’abbandono scolastico. È evidente quindi che le lezioni private sono uno dei più grandi dispositivi di disuguaglianza in Italia. Com’è che scriveva don Milani? La mattina insegniamo a scuola in modo che tutti abbiano le stesse opportunità, il pomeriggio diamo ad alcuni (quelli con le famiglie che possono permetterselo) più opportunità degli altri”.

 

LE ALTERNATIVE – La priorità della scuola non può che essere nella lotta alla dispersione scolastica, e gli investimenti sui corsi di recupero gratuiti sarebbero la risposta più efficace a fronte di una richiesta enorme.

 

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Andrea Carlino

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