Guardata con sospetto e scetticismo da pedagogisti e psicologi, che sottolineano che vi sono ben poche prove a sostegno della tesi che vi siano differenze nel processo di apprendimento tra bambini e bambine, la teoria però sta avendo un certo successo in tutto il paese, soprattutto in scuole nei distretti più poveri, e con i rendimenti scolastici tradizionalmente più bassi.
Secondo i dati del dipartimento per l’Istruzione sono 850 le scuole pubbliche che hanno solo classi separate e 750 quelle che ne hanno almeno una. Se si fa un paragone con le cifre relative a 10 anni fa – 34 scuole completamente separate e 122 con alcune classi – si comprende quanto il fenomeno sia in espansione. Tanto da provocare la preoccupazione degli esperti e le proteste delle associazioni per i diritti civili contro quella che definiscono il ritorno alla “segregazione in base al sesso” nelle scuole.
Tuttavia secondo esperti pedagogisti le classi separate rafforzano gli stereotipi ed i pregiudizi, motivo per cui sono state presentati ricorsi presso il dipartimento dell’Istruzione e azioni legali contro distretti scolastici in Florida, Texas, Idaho, New York contro le misure considerate una violazione dei diritti civili.
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In Louisiana e West Virginia i ricorsi hanno avuto successo e le classi separate sono tornate ad essere miste.
Nei ricorsi vengono considerati pregiudizi e luoghi comuni le motivazioni a sostegno della separazione, cioè il fatto che maschi hanno sempre risultati peggiori delle femmine nei test di lettura, più problemi con la disciplina e più frequentemente abbandonano gli studi.
Di contro, le ragazze nelle classi miste hanno risultati peggiori in scienze di quelli che hanno nelle classi separate. E poi, l’argomento più antico, separando i sessi si evitano altre distrazioni.
In risposta alle preoccupazioni e alla denunce, l’amministrazione Obama ha diffuso delle nuove linee guida per la formazioni delle classe separate, imponendo ai distretti di motivare gli eventuali vantaggi accademici con argomenti più stringenti dal momento che il riferimento a “generali differenze biologiche non è sufficiente a permettere agli insegnanti di adottare metodi di istruzione diversi tra maschi e femmine”.
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