Su Labitalia, che riporta la ricerca, si legge: “La dotazione digitale generica che prescinde dall’utilità dei dispositivi per il lavoro scolastico (e fa capo ai seguenti dispositivi: computer fisso, computer portatile, connessione Internet, console per videogiochi, telefono cellulare, riproduttore digitale di musica, stampante e scheda di memoria) nelle case dei giovani under 16 in Italia è, nel complesso, buona e non mostra ritardi rispetto al contesto internazionale”.
E il curatore del rapporto, nonché docente di Sociologia all’Alma Mater Studiorum Università di Bologna, aggiunge: “Tuttavia questo risultato positivo viene attenuato dalla persistenza di divari territoriali, che vedono relativamente arretrate le regioni meridionali e insulari, e sociali, che vanno a scapito delle ragazze, dei figli di famiglie che vivono in condizioni economiche, sociali e culturali svantaggiate e dei giovani di origine straniera”.
“Per quanto riguarda, invece, la disponibilità di tecnologie digitali in ambito scolastico – si legge nell’indagine – il contesto italiano risulta nel complesso relativamente arretrato rispetto sia all’ambito Ocse sia all’ambito familiare. Nonostante il ritardo tecnologico delle scuole, i dirigenti scolastici non denunciano in misura rilevante l’inadeguatezza delle loro dotazioni informatiche, che pare loro meno grave delle carenze di personale non docente e di attrezzature scientifiche. Per stare dietro all’innovazione tecnologica si dovrebbero fare investimenti ragguardevoli che però al momento la scuola non può permettersi. Sono, infatti, altre le esigenze maggiormente avvertite dal settore”.
“Le attività di studio a casa – si legge nella ricerca – vedono sfavoriti gli iscritti all’istruzione professionale e alla formazione professionale (che hanno un orario scolastico più esteso ma anche origini sociali tendenzialmente meno alte) e avvantaggiati i liceali (che hanno il profilo opposto), mentre le attività di supporto allo studio svolte a scuola ribaltano la situazione, penalizzando i liceali, e premiano soprattutto gli allievi della formazione professionale”.
“L’uso del computer e di Internet a casa dipende dalle condizioni materiali e culturali dei genitori, mentre il loro uso a scuola – si osserva – sembra contrastare l’influenza delle origini sociali. Se si considera che le dotazioni digitali delle famiglie italiane sono mediamente più consistenti di quelle riscontrate in ambito Ocse, la frequenza relativamente scarsa di fruizione dei computer e di Internet a casa per motivi di studio fra i quindicenni scolarizzati costituisce il maggior punto debole del contesto italiano”.
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