Dalla scrittrice e saggista Marinella Fiume, propugnatrice di cultura e impegnata nel sociale e per i diritti delle donne, riceviamo un significativo intervento in occasione della “Giornata internazionale della donna” con riferimento alla occupazione femminile e al ruolo strategico che può svolgere la scuola.
Di Marinella Fiume
Non sono sempre in competizione tra loro e un po’ invidiose l’una dell’altra, come troppo spesso si dice. Non sono solo eterne lamentatrici della loro subalternità o ribelli per natura e per partito preso. Le donne, al contrario degli uomini, sanno fare squadra e avanzare proposte utili a tutti. Occorrono solo orecchie attente per ascoltarle, intelligenze non prevenute, pronte a recepire le loro istanze, che sono nell’interesse di tutti: uomini e donne.
Le statistiche ci dicono che siamo davanti alla recessione peggiore dalla fine della seconda guerra mondiale: disoccupati, lavoratori precari e irregolari e 400.000 posti di lavoro già andati persi. E così 40 associazioni di donne, manager, economiste, accademiche, giornaliste e parlamentari, riunite nella rete “Donne per la salvezza”, a cui hanno aderito Le Contemporanee, Rete per la parità, D.i.Re-Donne in rete contro la violenza, Il Giusto Mezzo, Soroptimist International Italia, Fondazione Bellisario, Dateci voce, Fuori quota, GammaDonna, Community Donne 4.0, EWA, Differenza Donna, Se Non Ora Quando, Libere, Odiare ti costa, Tlon, Base Italia, M&M Idee per un Paese migliore, Fondazione CeRM, Movimenta, CGIL politiche di genere, UIL coordinamento pari opportunità, hanno elaborato un manifesto di proposte per il Recovery Fund al termine di un ciclo di 5 webinar in cui ne hanno discusso tutte insieme.
Le associazioni chiedono una governance paritaria dei fondi di Next Generation Eu, la valutazione dell’impatto di genere di ogni provvedimento, l’attenzione alla parità nelle somme destinate. Chiedono asili nido, tempo pieno generalizzato nella scuola dell’obbligo, cure a domicilio per anziani, disabili e non autosufficienti, una rete di centri antiviolenza adeguata agli standard della Convenzione di Istanbul, orientamento alle materie Stem per bambine e ragazze, misure per eliminare progressivamente il divario salariale tra donne e uomini. Sottolineano la necessità di promuovere e sostenere l’imprenditoria femminile, di investimenti per combattere gli stereotipi di genere, di congedi di paternità obbligatori, di un monitoraggio di genere del credito concesso alle nuove imprese, di premi negli appalti del Recovery alle aziende che praticano l’uguaglianza nelle retribuzioni e nelle carriere.
Un documento programmatico indirizzato al Governo per mettere al servizio del nostro Paese una serie di proposte concrete per far crescere l’occupazione femminile e quindi il Pil.
L’obiettivo, insomma, è quello di creare nuove infrastrutture sociali per fronteggiare l’emergenza delle famiglie italiane in questa delicata emergenza sanitaria, ma che si protrae già da tempo, trasformandola in una opportunità. Mai, infatti, abbiamo avuto dall’Europa tanti fondi, mai siamo stati costretti a trovare forme alternative di lavoro e comunicazione, mai siamo stati costretti a capire che l’uguaglianza di genere, la riconversione energetica, l’attenzione all’ambiente non sono un lusso, ma una necessità. È uno spartiacque, una svolta della storia. Si impone una fase di ricostruzione, come quella post-bellica.
Una spinta che è anche di natura etica.
Le donne offrono una chiave per la ricostruzione. Per questo chiedono una misura cruciale: cioè che, per la gestione dell’intero piano, il Governo metta a fuoco un modello di Governance che assicuri il 50% di presenza femminile.
In questa fatidica giornata dell’8 marzo, mi piace ribadire con forza che le battaglie delle donne non sono solo per le donne ma per l’intera società.
Marinella Fiume
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