Sarebbero numerosi i docenti e i collaboratori scolastici della provincia di Alessandria assunti dallo Stato coi “contratti Covid” a non avere ancora percepito un euro di stipendio, da settembre a oggi: almeno l’80% su un totale di quasi 600 persone.
Lo scrive La Stampa nell’edizione del 1 gennaio, che riporta pure, non solo la più che legittima rabbia dei colleghi, ma anche la presa di posizione del sindacato che ha lanciato l’allarme: “Non è ammissibile che il personale scolastico supplente, docente o Ata, riceva lo stipendio con tre, quattro mesi di ritardo. Alcuni sono arrivati a rinunciare al contratto, perché le spese di spostamento con i mezzi pubblici o l’auto superavano di gran lunga le poche risorse ancora disponibili”.
“Secondo le organizzazioni sindacali, il problema è derivato dalla controversia fra i ministeri dell’Istruzione e dell’Economia sull’ammontare delle risorse necessarie a pagare i contratti, equiparati a supplenze brevi con scadenza a giugno, ed è proseguito con gli intoppi riscontrati da molte scuole nel procedere coi pagamenti. Fatto sta che la maggior parte degli assunti Covid, inseriti nelle scuole per garantirne il funzionamento di fronte alle nuove e più stringenti esigenze di sicurezza e distanziamento, si ritrova a lavorare senza stipendio”.
“Ora è toccato ai contratti Covid ma sono già alcuni anni che riscontriamo forti difficoltà e ritardi nel pagamenti degli stipendi ai supplenti”, dicono i sindacati della scuola.
“Una volta è il sistema informatico che non funziona, la successiva non ci sono fondi disponibili, fatto sta che quando c’è da retribuire il personale scolastico supplente c’è sempre qualche intoppo. Ma non sono dipendenti di serie B, o peggio. Svolgono esattamente lo stesso lavoro dei loro colleghi di ruolo, con pari responsabilità e doveri e quindi anche diritti, soprattutto in un momento difficile e complesso come quello che stiamo vivendo”.
Per questo motivo, ma è una antica battaglia che finora non ha avuto esito, i sindacati chiedono: “Perchè non si stabilizza su tutti i posti disponibili? Perché non si pensa a dare immediata copertura finanziaria per le supplenze?”
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