Secondo un sondaggio Reuters/Ipsos, condotto dopo il massacro nella scuola elementare di Uvalda in Texas, su 940 intervistati, l’84% ha affermato di essere a favore dei controlli sul profilo di chi vuole acquistare un’arma da fuoco, il 70% di appoggiare delle misure d’emergenza che consentono alle autorità di confiscare armi a persone considerate una minaccia. Il 72% ha dichiarato di appoggiare l’innalzamento dell’età minima per acquistare un’arma da 18 a 21 anni. Solo il 35 tuttavia si dice “fiducioso che il Congresso inasprirà le leggi sulle armi quest’anno”.
Dopo il massacro, a seguito della sparatoria nella scuola del Texas, l’Usa si interroga sulla libera vendita delle armi su cui tuttavia molti parlamentari favorevoli hanno impiantato la loro campagna elettorale, mentre la stessa ministra dell’Istruzione, al tempo del governo Trump, ne sponsorizzava la diffusione, invitando i docenti a venire a scuola armati per difendersi dalle aggressioni e proteggere così gli alunni.
Intanto si viene a sapere che il 18enne Salvador Ramos, l’omicida, “si è barricato chiudendo a chiave la porta e ha iniziato a sparare a bambini e insegnanti che erano all’interno di quella classe”, e che aveva già mandato un messaggio a una ragazza che vive a Francoforte, in Germania, a proposito dei suoi piani.
La CNN ha reso noto che ha scritto alla ragazza: “Ho appena sparato a mia nonna in testa”. Pochi secondi dopo, ha aggiunto: “Vado a sparare in una scuola elementare”. L’ultimo messaggio è stato inviato 11 minuti prima dell’inizio della sparatoria nella scuola.
La ragazza ha detto alla CNN che parlava con il diciottenne ogni giorno su FaceTime e che hanno anche comunicato tramite un’app di live streaming chiamata Yubo e un’app di gioco chiamata Plato.
Il direttore del Dipartimento di pubblica sicurezza Steve McCraw ha detto che sono trascorsi “40 minuti circa” da quando Ramos ha aperto il fuoco sull’ufficiale di sicurezza della scuola a quando è stato ucciso dopo l’operazione dei circa 100 agenti intervenuti.
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