Categorie: Riforme

La Aprea sicura sulla riforma delle superiori: partirà solo con le prime classi

Sulla riforma delle superiori permangono molti dubbi. Su tutti quello se il Governo riuscirà a farla partire dal prossimo settembre. Un aspetto sembra tuttavia mettere tutti d’accordo: quello di adottare i nuovi regolamenti, orari e programmi solo alle prime classi. E non più, come indicato nella bozza preparata dai tecnici del Miur, al biennio iniziale.
Sembra che le commissioni parlamentari che stanno valutando la fattibilità degli schemi dei nuovi regolamenti abbiano dato già il loro assenso. Certo, rimane ancora da affrontare lo scoglio più alto: quello costituito dal ministero dell’Economia, cui non sarà facile spiegare le ragioni di rinvio di un anno dei vantaggi economici derivanti dall’applicazione della riforma anche sulle seconde classi.
A sentire il presidente della Commissione Cultura della Camera, Valentina Aprea (Pdl), intervenuto nella giornata conclusiva di Job&Orienta 2009 a Verona, non ci sarebbero comunque più dubbi: durante il convegno “La nuova identità dell’istruzione professionale”, organizzato a Verona dal Miur nell’ambito dal Job&Orienta, l’on. Aprea ha spiegato ai presenti che “nel 2010 la riforma partirà solo per le classi al primo anno e ci saranno quattro anni di “rodaggio” che serviranno quindi a modificarla, valutarla e monitorarla: ma per il 2015 – ha sottolineato – avremo finalmente i nostri ragazzi diplomati secondo le migliori esperienze“.
Ora, se il Consiglio dei ministri, in sede di approvazione definitiva, dovesse accettare questa soluzione, ciò rappresenterebbe un piccolo successo per i sindacati, che durante le audizioni in Parlamento e gli incontri a viale Trastevere avevano compattamente richiesto l’applicazione della riforma solo per le classi iniziali. Un parere, quello dell’introduzione “soft”, del resto in linea con quanto già espresso dal “Consiglio nazionale della pubblica istruzione” e dalla gran parte delle Regioni. Significativo è anche il fatto che nell’ultimo incontro tenuto con i sindacati, il ministro Gelmini era sembrato disponibile a “cedere” a questo tipo di richiesta.
Va detto, per completezza, che però alcune di queste componenti (in testa la Flc-Cgil tra le organizzazioni sindacali e la Toscana tra le Regioni) avevano chiesto con forza e sino all’ultimo, portando avanti problemi legati ai tempi oggettivamente ristretti per l’approvazione e ancora più compressi per la divulgazione a studenti interessati e annesse famiglie, il rinvio di tutto l’impianto di riforma. Per loro l’avvio delle riforma solo al primo anno ha il sapore di un “brodino” in attesa della mannaia.
Alessandro Giuliani

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Alessandro Giuliani

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