Leggo, purtroppo spesso, di colleghi assunti sul potenziamento che non si trovano a fare mansioni che gli competono ma tappabuchi di qua o di là. A tutti loro esprimo la mia più profonda solidarietà, sincera e condivisa perché anch’io, dopo quasi trent’anni dal concorso, sono entrato in ruolo a settembre sul potenziamento musicale.
Al solo nominare la parola potenziamento, vedo cambiare le espressioni sui volti ed assumere un atteggiamento commiserevole degli astanti. Io invece ero entusiasta al pensiero di farlo perché finalmente avrei potuto svolgere il lavoro che ho sempre desiderato: fare musica con gli alunni. Ho sempre eseguito repertori corali e prodotto spettacoli musicali durante gli anni del mio lunghissimo precariato. Amo scrivere per orchestra di classe, arrangiare brani per gli organici esistenti nelle scuole che, per me, cambiavano ogni anno. Preparo spettacoli che raccolgono momenti di sintonia con l’esperienza musicale degli alunni e le famiglie.
Tutto questo ancora non mi è stato possibile attuare. Passo la settimana in sala professori a disposizione e spesso sostituisco solo i docenti assenti. Di quale rilancio della cultura musicale vanno spifferando in questi tempi? Nel plesso della scuola dove mi trovo non esiste una sala per spettacoli né tantomeno un’aula di musica, ovviamente non ho il pianoforte e neanche l’amplificazione, non esistono strumenti a percussione, il nulla assoluto, non ho neanche gli alunni ed è la più grande privazione che potessero farmi. E dire che la mia è una scuola ad indirizzo musicale.
A coronare tutto ciò, sono iniziati tra i dipartimenti dei diversi gradi dell’Istituto contrasti per approvare il mio progetto, tra cui formare un grande coro, ma quando non c’è armonia…non c’è musica. A 60 anni non mi sento arrivato finalmente al ruolo, ma sfinito dalla delusione. Eppure sarei una grande risorsa per molte scuole, tranne la mia quanto sembra. Per non impazzire do sfogo alla mia creatività: la ballata dell’inutilizzato. Dedicata a tutti quelli che credono in una scuola migliore.
Lettera firmata
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