L’arcidiocesi di Bologna, guidata da monsignor Matteo Zuppi, commentando la sentenza del Tar dell’Emilia-Romagna, che ha annullato la delibera con cui il consiglio d’istituto aveva autorizzato le benedizioni a scuola, ha detto: “La pronuncia desta stupore e amarezza; il merito non appare condivisibile. Infatti, quel gesto di pace che è la benedizione pasquale non è stato allora imposto a nessuno, ma fu conseguente a una adesione libera e volontaria e avvenne in orario extrascolastico, nel pieno rispetto della normativa vigente. Escludere la dimensione religiosa dalla scuola e pensare di ridurla ad una sfera meramente individuale – secondo l’arcidiocesi – non contribuisce alla affermazione di una laicità correttamente intesa”.
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Più decisa invece la reazione della preside, Daniela Turci, che ha proposto la benedizione attorno alla scuola alle famiglie “per far sentire come siamo esclusi: fuori c’è spazio e non c’è bisogno di un voto del consiglio di istituto”.
La scuola è un istituto comprensivo i Bologna, che comprende due elementari e una media: “Penso che si possa fare un ricorso. Aspettiamo l’avvocatura di Stato. La decisione va rispettata e quindi non ci saranno benedizioni in aula, ma le faremo fuori”.
Il Consiglio di Stato “dice che le benedizioni si possono fare su base volontaria e fuori dall’orario scolastico, con l’approvazione del consiglio di istituto, come abbiamo fatto noi. Ma pare che la sentenza non tenga conto della decisione del Consiglio di Stato e ci inviti a non rispettare la legge o a rispettare una legge che non conosco”.
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