La boxe nella scuola veneta: la polemica continua, ma l’Usr prende le distanze

Fin da subito si è capito che la notizia era destinata a far discutere. “La scuola vicentina accoglie la boxe” titolava il Giornale di Vicenza del 30/9/2013, “si darà spazio ad un progetto sportivo con tutte le caratteristiche e la dignità di altri mille progetti proposti agli studenti e portati avanti dagli insegnanti”, peraltro “veicolato” dall’Ufficio scolastico regionale di Venezia.
Non ne so nulla” dice Gianna Marisa Miola, direttore dell’Usr, che abbiamo contattato sulla questione. “La notizia del progetto è stata pubblicata sul sito istituzionale il 10/9/2013 come qualsiasi altra informazione diretta alle scuole, ma non c’è alcuna intesa, o forma di appoggio o patrocinio. Aprendo il file si vede bene che è solo un comunicato del Comitato regionale veneto della Federazione pugilistica italiana, non c’è alcun logo che possa fare riferimento all’Usr”. Ammette tuttavia che forse il titolo con cui è stata inserita la notizia può avere generato qualche equivoco: “La Boxe (nobile arte) entra nelle scuole”. “Ma questo è il titolo del comunicato firmato dal Comitato promotore”.
L’Usr – continua la dott.ssa Miola- è impegnato nel promuovere l’educazione sportiva, specialmente nella scuola primaria, ma lavora d’intesa col Coni e con la Regione Veneto nel progetto Più Sport @ Scuola, che vuole far conoscere e praticare tutti quegli sport che possono aiutare i giovani ad una crescita armonica, ad una corretta attività fisica, stimolandoli ad avvicinarsi ad una pratica sportiva magari per tutta la vita”.
Ad alimentare le polemiche è stata anche l’apertura dimostrata da Umberto Nicolai, Assessore alla formazione di Vicenza ed ex insegnante di educazione fisica. “Non si tratta di introdurre gli incontri di pugilato a scuola – dice (e ci mancherebbe!) – ma solo farne conoscere gli aspetti formativi, quali il sacrificio e l’impegno in un’attività sportiva”. I pareri contrari si sono concentrati proprio su questo aspetto, come segnalato in un precedente articolo. Che la boxe sia una sport violento non è minimizzabile: si vince quando l’avversario cede, ai punti o per ko. Preoccupano soprattutto le conseguenze per chi le prende con ferite, emorragie, coma, perfino morti, e le storie tristissime di pugili finiti male.
Per me resta inammissibile la boxe a scuola” titola l’intervento di oggi di Claudio Berto sul Giornale di Vicenza. Gli obiettivi agonistici del pugilato, sostiene, non presentano una chiara valenza formativa adatta all’ambito scolastico. “Tale disciplina sportiva ha bisogno di ambiti pubblicitari diversi dai luoghi deputati alla crescita e formazione dei nostri ragazzi”.
È indubbio infatti che il progetto del Comitato veneto della Federazione pugilistica persegua lo scopo promozionale “di aiutare tutte le Società ad aumentare la vitalità nelle loro palestre, inserendo molti più giovani che sono le speranze del domani”, come dichiarato nello stesso comunicato.
In definitiva però, spetta alle scuole, nella propria autonomia, valutare attentamente tutta la marea di offerte che viene proposta dai soggetti più disparati e far passare solo quelle proposte che sono coerenti col progetto educativo di istituto.
 
 
Anna Maria Bellesia

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