La riforma del sistema di istruzione e di formazione italiano, dopo anni di discussioni e di attese, inizia a prendere corpo. La legge n. 53 del 28 marzo 2003 "Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e di formazione professionale", che in più di un’occasione abbiamo definito un ampio contenitore, inizia a riempirsi di contenuti. E’ ai nastri di partenza il primo decreto delegato attuativo della riforma di cui al comma 1) della legge.
E’ da questo momento che ci avviamo a capire come si andrà concretizzando la trasformazione della scuola italiana nonché ad avere maggiori cognizioni di quanto, e di come, cambia effettivamente il sistema scolastico o di quanto, per altro verso, cambierà solo nominalisticamete e resterà allo stato attuale.
Il primo decreto "Definizione delle norme generali relative alla scuola dell’infanzia e al primo ciclo dell’istruzione, a norma dell’art. 1 della legge n. 53 del 28 marzo 2003", tuttavia è pur esso un documento abbastanza interlocutorio e che chiarisce poco, o nulla, di quei punti su cui ci si aspettavano chiarimenti.
Presenta, infatti, tante zone d’ombra e lascia ancora tanti punti oscuri che, è auspicabile, dovranno essere chiariti con il raccordo a tutti gli altri decreti delegati e i regolamenti che, successivamente, saranno emanati.
Certo la mancanza di chiarezza altro non farà che rendere un pessimo servizio all’implementazione della riforma e costringerà l’Amministrazione scolastica regolamentare, in momenti successivi, con normativa secondaria – circolari, ordinanze, direttive, note, linee guide, ecc. – come è consuetudine con tutti i rischi possibili.
Tra i punti su cui si concentra l’attenzione vi sono quelli relativi all’orario annuale delle attività didattiche e di studio; la nuova figura professionale del tutor e la valutazione.
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