A proposito di maleducazione dilagante, anche fra gli studenti, mi piace ricordare un episodio accadutomi tempo fa.
Ritornavo a casa in autobus occupato in ogni posto e con persone in piedi, tra le quali lo scrivente.
A dire il vero ero stanco sia fisicamente che mentalmente dopo una levataccia di primo mattino, tanti chilometri di tragitto su mezzi pubblici, cinque ore di lezione caratterizzate da spiegazioni, interrogazioni oltre alle attività tipiche dell’ insegnamento.
Avvertivo, quindi, un certo bisogno di sedermi, vista anche l’età prossima alla pensione e il percorso stradale che mi attendeva.
Non avendo avuto la possibilità di salire per tempo, data la ressa per l’accaparramento del posto a sedere, ho dovuto aspettare…
“Pazienza”, dissi. Prima o poi qualche posto si libererà.
Il tempo di terminare questa constatazione e una voce richiamava la mia attenzione.
“Vuole sedersi”?
Era uno di quegli studenti, non delle mie classi, che mi offriva il suo posto.
“Grazie per la tua gentilezza che sicuramente non dimenticherò”.
Quell’episodio fu tale non solo per rimanermi impresso, ma anche per verificare che la buona educazione esiste ancora.
Solo che deve essere insegnata a cominciare da una famiglia autorevole e non “amica” dei propri figli.
Giovanni Todeschini
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