Ha ragione chi sostiene: “Docenti e presidi hanno bocciato la Buona Scuola a colpi di matita rossa” e “Nelle 130 pagine del documento, manca una progettualità complessiva che permetta il rilancio dell’istruzione pubblica attraverso risorse ed investimenti”. Lo sa benissimo anche Renzi e l’ha ammesso a denti stretti il 13 dicembre, quando si è inventato i tempi supplementari chiamandoli “fase 2” e ha invocato l’aiuto di «mille» nuovi rappresentanti del mondo scolastico.
Perciò Faraone si sta esibendo in una serie di scoppiettanti numeri di avanspettacolo in attesa del 22 febbraio. Ha esordito con l’elogio blasfemo delle occupazioni delle scuole, a Termini Imerese ha visitato una fantomatica e vuota Scuola di Cartapesta, poi il blitz inutile ad Agrigento (legge 104), venerdì scorso il record di 7 visite in un solo giorno, con la scoperta inaspettata delle “classi di tutti cinesi” a Prato, ancora gli studenti che valutano i docenti (per puntualità, chiarezza d’esposizione, efficacia della didattica), ora il docente mentor e il docente quadro! Nella sostanza, la questione vera è costituita la retribuzione inadeguata e offensiva di tutti i docenti. Questione che i politici non vogliono riconoscere perché non sanno come affrontarla, preferiscono divagare, guardare altrove, inventarsi una questione che vi assomigli un pò, ma diversa, che faccia da controfigura o da stuntman per baloccarsi, fantasticare e intrattenere con essa.