La buona scuola… buona per chi? Buona per coloro che hanno aderito al piano di assunzione nazionale, fidandosi dei sindacati che hanno detto loro di “non preoccuparsi, perché tanto una scappatoia, un modo per rientrare a casa fregando il sistema lo avrebbero trovato”. Buona per coloro che sono stati assunti sotto casa, senza aver svolto mai un’ora di servizio nella propria vita, che non hanno idea di cosa voglia dire sacrificare la propria vita familiare per amore del lavoro e di uno stipendio inadeguato. Non certo buona per coloro che, rispettosi della legge, sono rimasti in un cantuccio ad aspettare che
la promessa di assunzione in provincia sarebbe stata rispettata.
Scuola certamente non buona per chi, madre di neonati e con familiari disabili, ha dovuto posticipare ancora l’assunzione a tempo indeterminato, piangendo e mangiandosi le mani, perché aderire al piano di assunzione avrebbe significato cedere a un ricatto. Scuola
non buona per i danneggiati dagli emendamenti alla legge 107, per gli alunni con disabilità rimasti senza docenti specializzati, per gli studenti che vedono ancora cattedre vuote. E, soprattutto, per i precari che continuano a essere disoccupati per tre mesi all’anno, nella migliore delle ipotesi. Questa è la storia non di una, ma di migliaia di persone. Questa è la testimonianza del precariato che distrugge persone, salute, famiglie. La chiamano buona scuola: buona, per chi?
Anna Ebolese
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