La scuola pubblica e statale è la conquista più grande e più importante delle società democratiche del mondo moderno. Infatti non sarebbe possibile la democrazia senza cittadini consapevoli di diritti e doveri e senza gli strumenti culturali e civici per l’esercizio dei diritti e l’ottemperamento dei doveri.
Ed è proprio la scuola che ha la finalità di formare informare ed istruire l’individuo, affinché diventi soggetto attivo e creativo di una società libera in continua evoluzione umana, sociale e culturale. Ebbene è “buona ” la scuola di oggi? E’ capace la scuola del terzo millennio, dalle sfide culturali e socio-economiche globali, di trasmettere il SAPERE ed i saperi, rendendoli nelle mani degli studenti strumenti efficaci, per muoversi agevolmente nel mondo contemporaneo?
La “buona scuola” di RENZI-GIANNINI parla di merito e di docenti meritevoli di scatti stipendiali. Ma, ditemi, cosa c’entra questo con la qualità della scuola?
I nostri docenti sono già meritevoli, a volte veri eroi, ma spesso tremendamente demotivati. Essi sono costretti ad operare in un sistema scolastico che non valorizza il loro lavoro, in un sistema che li lascia soli con poveri mezzi, di fronte a studenti ormai in fuga verso un realtà futura, che la scuola con i suoi programmi, con la sua didattica e con la sua pedagogia, con la stessa architettura scolastica, spesso ancora ottocentesca, lascia fuori dalle sue mura.
Eppure i nostri docenti alla guida di un’auto d’epoca riescono a mostrare ai giovani gli angoli più importanti della società presente e di quella da venire.
La “buona scuola” che vorrei, è una scuola che apre le porte delle sue sale ricche di cultura al mondo che cambia.
La “buona scuola” che vorrei, è una scuola che mette a disposizione dei docenti “auto superaccessoriate” con le quali possano far viaggiare i ragazzi nel mondo contemporaneo con gli occhiali del passato.
E’ davvero troppo far passare l’idea che si può migliorare il sistema scolastico italiano, bacchettando i professori pigri e premiando quelli bravi!
Rispettiamo i docenti e tutto il personale scolastico e “passo dopo passo” troviamo seriamente il modo di riformare la scuola italiana e darle nuova linfa.