Scriviamo dalla Sicilia, siamo un gruppo di insegnanti di Conversazione in lingua straniera (Spagnolo), classe di concorso BC02, con almeno una decina di anni di servizio, da precari, nella Scuola Italiana ed abilitati PAS nel 2014.
La nostra storia è del tutto sovrapponibile a quella di molti colleghi che, recentemente, hanno partecipato al concorso del 2016, superando tutte le prove e risultando quindi fra gli “abili” all’agognata immissione in ruolo.
La legge 107/2015 stabilisce che le cattedre per le immissioni in ruolo vadano assegnate per una metà attraverso scorrimento delle GAE (graduatorie ad esaurimento) e per l’altra attraverso il meccanismo del concorso, privilegiando “il merito”.
Nella nostra classe di concorso BC02, in Sicilia, le GAE sono esaurite già da tempo; una ragione in più per moltiplicare gli sforzi, dimenticare le amarezze, affrontare i sacrifici, anche economici, legati alla distanza dalle sedi concorsuali (nel nostro caso Cassino e Frosinone, un migliaio di chilometri da casa, da farsi sei volte, tre per andare e tre per tornare), chiedere supporto ai nostri figli ed ai nostri mariti e mogli.
Ma il nostro sforzo più grande è quello di cercare di vincere l’indignazione, trasformandola in speranza.
Perché indignazione?
Presto detto.
Nel 2016 l’USR Sicilia pubblica l’elenco delle cattedre disponibili ed autorizzate dal MIUR per le eventuali mobilità delle fasi B e C, sono 11, delle quali 3 assegnate per dette mobilità, mentre 8 rimangono disponibili.
A conferma di questi numeri, per l’anno 2016, e prima della fine del concorso, il MIUR (decreto ministeriale 669/2016, recepito attraverso la nota protocollo MIUR n. 25272) pubblica il contingente di cattedre disponibili, e in Sicilia per contratti a tempo indeterminato, nella classe BC02, sono 8.
La riforma della ”Buona Scuola” però è molto ambiziosa e vuole eliminare i precari, non solo assegnando le cattedre disponibili nell’immediato, ma addirittura costituendo una graduatoria di merito, attraverso il concorso (si cerca l’eccellenza) da utilizzare per assegnare le cattedre che, si prevede, si possano rendere disponibili nei futuri tre anni.
Come descrivere quindi, se non con indignazione, la reazione di noi tutti quando leggiamo che il concorso mette a bando solo 3 cattedre in Sicilia? Perché 3, quando solo per il 2016, senza contare le ulteriori previsioni per il triennio, il MIUR pubblica un contingente di 8? Chi ed in che modo ha stabilito questo?
Quando giorno 8 Settembre 2016, appare sul sito del USR Lazio (responsabile del concorso) la “graduatoria”, l’indignazione diventa un misto di rabbia e frustrazione.
La graduatoria degli idonei, di coloro i quali hanno sostenuto e superato la prova scritta, la prova pratica e poi l’orale, non c’è, sostituita da un elenco dei presunti primi tre.
Nessun diritto di conoscere il punteggio assegnato dalla commissione ai titoli che costituiscono i sacrifici di una vita, nessuna possibilità di capire se è stato commesso un errore di valutazione o anche solo conoscere quale posizione si occupi.
Nulla, non esistiamo, siamo invisibili.
Questa è la trasparenza della pubblica amministrazione? (il minuscolo non è un errore di battitura)
Ma c’è ancora spazio per trasformare l’ingiustizia in beffa atroce.
Senza nemmeno che l’USR Sicilia pubblicasse l’elenco dei vincitori e/o degli idonei (giorno 22 settembre 2016 pubblica solo l’elenco dei 3 vincitori), giorno 10 settembre 2016 l’USP di Siracusa convoca, con meno di 16 ore di preavviso, dalla posizione 1 alla 8 della graduatoria del concorso per l’assegnazione di 3 cattedre disponibili, esplicitando che i posti indicati potranno subire variazioni a seguito di accertamenti sulle effettive disponibilità.
Eccola servita la beffa.
Nessuno, infatti, sa chi sono gli idonei dal quarto all’ottavo, stante che non c’è la graduatoria.
Ci rechiamo a Siracusa, meta dell’ultimo viaggio della speranza.
Siamo tutti in strada (anche colleghi di altre classi di concorso convocate allo stesso modo), sotto gli Uffici dell’ex Provveditorato, non ci viene permesso accedere.
Vengono invitati a salire i 3 in graduatoria pubblicata giorno 8 dal USR Lazio, mentre agli altri viene chiesto di attendere in strada.
Ai 3 “eletti” viene offerta la possibilità di scegliere fra le 8 cattedre disponibili; tutti e tre scelgono le cattedre messe a disposizione dal USP di Catania (erano 4 in totale, una in più dei posti messi a bando nel concorso per l’intera regione e per i prossimi tre anni). Perché scelgono tutti Catania? Due sono di Catania e uno di Siracusa (ove non ci sono cattedre disponibili).
Qualche ora più tardi, una solerte e risoluta impiegata ci comunica, a voce e senza farci entrare, “Per oggi è tutto”, nessuna spiegazione, nulla.
In fondo noi siamo gli invisibili, quasi ce ne eravamo dimenticati.
Ci chiediamo: se i posti messi a concorso sono 3, perché i vincitori hanno scelto su 8 ambiti?
E le altre 5 cattedre messe a disposizione? Si perdono?
Sì, come scrivevamo sopra, stante alle Legge 107/2015, l’immissione in ruolo avviene per il 50% da GAE e 50% da concorso.
Quindi, GAE esaurita, graduatoria del concorso esaurita, nessuno ha diritto ad essere immesso in ruolo fino al prossimo concorso, stante che alle GAE non si accede più.
Ma laddove il concorso del 2016 non sia ancora concluso, l’immissione in ruolo avverrà al 100% da GAE. Allora, se la GAE è esaurita, perché non immettere in ruolo tutti da concorso? Anche perché il contingente è stato autorizzato dal MIUR avendo le risorse necessarie come da DM 669/2016.
Ecco come, in meno di 24 ore, si polverizzano le speranze di una vita.
Sì, una vita.
Perché noi della classe di concorso BC02 di Sicilia, il “concorsone del 2012” non abbiamo nemmeno potuto farlo, ignorati anche se la GAE era vuota da tempo.
Poi ci viene detto che, malgrado tutti gli anni di insegnamento, dobbiamo essere abilitati.
Tutti a Messina quindi ad abilitarci, nel 2014, trovando il modo di affrontare costi, disagi e sacrifici senza fine.
Eppure nessuno aveva messo in dubbio le nostre abilità quando c’era da coprire una supplenza (ancora oggi è così) …
E nemmeno ci si era preoccupati di stabilizzare chi stava diventando precario a vita.
In effetti la Unione Europea ha stabilito, da anni, che nessuno può utilizzare un lavoratore per più di 36 mesi senza stabilizzarlo, meno che meno un’amministrazione pubblica.
Adesso però questa sacrosanta norma europea si è trasformata nel nostro incubo finale.
Per chi “riesca“ a mantenere l’invidiabile posizione di precario e non venga superato nelle graduatorie d’istituto da colleghi che il concorso magari non lo hanno nemmeno fatto e/o superato, scatta il conto alla rovescia.
Lavoreremo per 36 mesi.
Poi basta.
Perché siamo troppo abilitati, troppo idonei, troppo esperti per essere solo dei precari.
Finalmente sapremo cosa siamo: disoccupati, certificati dalla legge, non meritevoli.
Di più, dovremo cercare qualcos’altro da fare, visto che insegnanti non potremo più esserlo, alla faccia dei quindici anni di insegnamento che avremo maturato. Ma non solo, quello che stiamo subendo non abbiamo il coraggio di raccontarlo ai nostri figli e ai nostri alunni, perché confermerebbero i dubbi che hanno per il loro futuro, e ci potrebbero dire:“Perché dobbiamo studiare? Tanto voi stessi dopo anni di studi siete ancora al punto di partenza!”
Cosa chiediamo?
– Che vengano pubblicate la graduatorie complete, per la trasparenza di un concorso pubblico;
– Che il nostro status di “idoneo”, ci consenta di essere inseriti nella graduatoria di merito (abolendo il tetto del 10%) ed essere così immessi in ruolo, come è accaduto per i concorsi precedenti;
– Che per le classi di concorso ove siano esaurite le GAE, il canale per l’immissione in ruolo diventi la graduatoria di merito (vincitori ed idonei);
– Che la nostra “idoneità” ci consenta anche di passare alla prima fascia delle graduatorie di istituto;
– Che vengano stabilizzati subito i docenti che abbiano superato ad oggi il limite dei 36 mesi di contratti a tempo determinato, come stabilito dall’Unione Europea. (O forse lo Stato pretende obbligare i datori di lavoro privati a stabilizzare i precari con più di 36 mesi ma non intende rispettare la stessa norma quando il datore di lavoro è lui?).
Non lasciateci soli in questa battaglia.
Meritiamo rispetto per i nostri anni di servizio, per la nostra preparazione, per aver superato oltre al PAS anche un concorso molto selettivo, per aver fatto sacrifici insieme alle nostre famiglie, per dare la speranza ai nostri figli ed alunni che studiare ripaga.
Siamo stanchi di umiliazioni, ingiustizie, sopraffazioni, ma ci piace pensare che qualcuno, sposando la nostra causa, sia disposto a darci voce, a tutti i livelli.
Troveremo insieme a Voi, ne siamo certi, la forza per riprendere a lottare per i nostri diritti e per i nostri sogni.
“Buona scuola”?
Facciamo così, cominciamo a fare la “Scuola Giusta”.
Di sicuro sarà anche Buona.
E migliore di questa, senz’altro.
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