La Buona Scuola e dintorni: i particolari e il disegno

(“Occorre osservare la foresta, non i singoli alberi”. F. Hegel)

Non ho mai compreso, cosa volesse intendere realmente  il Presidente Renzi aggettivando la “sua scuola” con “Buona”. Probabilmente rientra nello storytelling renziano del ”prima di me solo disastri, inefficienza, improduttività. Con me, invece tutti i problemi sono risolti, ci si incammina verso il sole dell’avvenire…”.

In questa narrazione c’é tutto il senso dell’onnipotenza, espressione dell’ego espanso di Renzi. Intendo ricordare al Presidente Renzi che se la scuola ha mantenuto alti gli standard di qualità ( sicuramente quelli della scuola dell’infanzia, primaria e in parte della secondaria di primo grado ) è solo merito degli insegnanti che nonostante le ”mazzate” prese dal trio Brunetta- Gelmini-Tremonti,  dai governi Monti e Letta, ha mantenuto alto il suo impegno professionale. Personalmente riformulerei tutto l’impianto della legge 107/2015 con ”La mia scuola” che può essere declinato dal punto di vista degli insegnanti con l’espressione ” la Sua scuola”, che ben chiarisce la frattura  con  la scuola reale, non coinvolta nel progetto ”Buona Scuola”.

Dopo questa lunga premessa,  vorrei soffermarmi sugli aspetti  economici della legge  – e non solo –   e più ampiamente far emergere ” Il Renzi- pensiero”, basandomi non su preconcetti, su chiacchiere, bensì sui fatti, quindi sugli elementi oggettivi. E questi sono ” Il Piano Nazionale Scuola Digitale”, ” Il Concorso Scuola”, il ” Mobility Manager “,  che si traducono nella nomina di 8.303 Animatori Digitali di 24.000 componenti del Team d’innovazione, dei commissari per l’espletamento del Concorso Scuola 2016 e di una figura  che declina in comportamenti i dettami dell’ ” green economy”. Bene, questi provvedimenti, se presi singolarmente possono essere colti positivamente e anche sostenuti in quanto segno di un dinamismo ministeriale, espressione del ” Cambiaverso” in contesto scolastico.

Cosa ricorre nei tre provvedimenti? Qual è il disegno, il quadro che giustifica la stessa tonalità cromatica (= il taglio) di ogni singolo provvedimento? Semplice: l’ottimizzazione! Espressione tecnica che può essere declinata in un arruolamento di lavoratori in compiti e in assunzione di funzioni a costo zero  o se prevedono compensi risultano inadeguati, a fronte di tante ore sottratte al tempo libero, di un quantitativo senza limite di energie nervose richieste, di una messa a disposizione di competenze, acquisite nel tempo con esborsi personali… Con questi provvedimenti il PD renziano, considerato da molti come la versione postmoderna della sinistra “liquida” , certifica la sua subalternità  al liberismo economico che persegue l’obiettivo di una riformulazione del profilo del lavoratore postmoderno: “leggero” nei diritti (l’adeguato compenso, commisurato all’ impegno richiesto rientra tra questi ),  “appesantito”, però di nuovi compiti e funzioni. Scriveva Gramsci: siamo di fronte al “cretinismo economico”  alla resa della sinistra, ormai indistinta rispetto alla destra e viceversa. E’ la conferma che, riprendendo il pensiero del filosofo hegeliano e marxiano D. Fusaro le categorie di destra e sinistra non hanno più senso, decretando il superamento della distinzione sostenuta da N. Bobbio in ”Destra e Sinistra”.

Siamo di fronte a una sinistra asfittica prospettivamente, che decreta ” l’eterno presente” come unica categoria temporale, rinnegando così la relazione hegeliana e soprattutto marxiana tra la teoria e la prassi trasformatrice.
Fortunatamente la scuola sta dando segnali di vita con la firma dei quattro referendum e il voto delle Amministrative che esprimono il desiderio di un “oltre” rispetto al presente deprimente. Certo, i suoi contorni dovranno essere definiti dal basso, decretando la fine della necessita di ricorrere agli esperti in parole, in chiacchiere.

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