Prima di esprimere un giudizio, Sono abituato a leggere i documenti, a reperire le fonti. Non amo le intermediazioni, che si declinano nei pensieri di terzi.
Questo approccio l’ho attuato anche con Renzi. In particolare con il suo libro “Avanti” (versione digitale).
Dopo averlo letto sono stati preso da due sentimenti contrastanti: delusione per aver speso quasi dieci €, in parte stemperata dalla soddisfazione di aver capito il personaggio pubblico.
Detto questo il libro veicola decisamente lo storytelling renziano. Lui e il suo gruppo sono dalla parte del giusto, gli altri da quella sbagliata. Renzi e company sono stati chiamati a salvare il Paese dalla lentezza, dalla burocrazia…Le riforme sono tutte giuste. Non c’è mai un’autocritica sui contenuti, bensì sul metodo.
Di un certo interesse il capitolo ” I mille giorni”. All’interno è presentato un sottocapitolo dal titolo ” Quarto punto, negativo: la scuola”. La sottolineatura critica è fuorviante, perché Renzi si astiene dallo scrivere che la “Buona Scuola” è una pessima legge. Se la cava scrivendo ” Che cosa abbiamo sbagliato? E’ ancora presto per una verifica puntuale”… “Sui temi oggetto della riforma della Buona Scuola si è combattuta una battaglia talvolta ideologica”[= da parte degli insegnanti. L’aggiunta è mia]
Il tono e soprattutto la convinzione di non aver sbagliato caratterizza tutto il sottocapitolo. Questa è resa palese quando scrive” La mia impressione è che, al netto di tutto quello che è discutibile nel merito della riforma, ciò che ha dato più fastidio sia stato il metodo”
Alcune considerazioni. Il titolo del libro “Avanti” è coerente con la “Buona Scuola”. Non si torna indietro! Semmai si riparte dalla Legge 107/15 e si procede.
Nessun ripensamento sullo tsunami berlusconiano, caratterizzato da un prelievo forzoso di 24 miliardi di €, e neanche degli otto promessi in restituzione (2009). Nessun ripristino del tempo pieno secondo la 820/71 con la reintroduzione delle compresenze, così utili per favorire l’inclusione. Nel libro si parla genericamente di potenziamento di questo tipo di organizzazione. Niente più!
Renzi sorvola su due errori: il mantenimento delle classi pollaio e l’istituzionalizzazione di quelle superpollaio, quest’ultime introdotte con la legge di stabilità del 2015 che impedisce ai Dirigenti Scolastici di nominare il supplente in caso di assenza di un giorno del titolare.
Ioltre nel libro si parla sempre di somme, mai di quanto va in tasca al singolo docente. Penso ai compensi irrisori dei commissari d’esame per il concorso-scuola, all’esigua cifra netta percepita dai meritevoli e per finire ai tanti incarichi gratuiti ( Animatori Digitali, team dell’innovazione…).
Concludo.
La “Buona Scuola” è interamente inserita nella logica berlusconiana, che la sinistra ha gradualmente accolto, grazie a D’Alema e Veltroni (1995-2000). Renzi non fa che raccogliere i frutti di questa svolta a destra della sinistra. E il suo libro non poteva che confermarla, anche se il lavoro contiene un capitolo dedicato al “Futuro della sinistra”, caratterizzato da tante belle parole, contraddette dai provvedimenti e dalle conferme ” a destra” del suo governo.
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