La Buona Scuola educa ad un uso consapevole delle tecnologie digitali?

L’ acquisizione delle competenze digitali da parte dei giovani  costituisce un tema particolarmente rilevante nel dibattito educativo attuale. La società contemporanea, società delle conoscenze e soprattutto delle competenze, necessita di un individuo protagonista della costruzione del suo sapere e pertanto responsabile della sua formazione continua, lungo tutto l’arco della vita.

La legge 107 sottolinea che dotare il soggetto di una metodologia conoscitiva che sviluppi progressivamente capacità metacognitive e pensiero critico è compito preciso della Buona Scuola. Per sviluppare questo tipo di pensiero è necessario anche l’ uso consapevole e situato delle tecnologie, troppo spesso utilizzate in maniera inconsapevole e indiscriminata da parte dei giovani. Da qui le iniziative più recenti del Miur sullo sviluppo del pensiero computazionale attraverso il coding e la sollecitazione ai Dirigenti scolastici affinché agevolino un utilizzo sano delle tecnologie informatiche.

Le più recenti ricerche in campo educativo  evidenziano che l’introduzione delle tecnologie nelle scuole non significhi di per sé un fattore di miglioramento dei risultati, bisogna che siano presenti anche altri fattori di contesto, legati soprattutto  alle metodologie didattiche innovative veicolate dalle tecnologie digitali. Insegnare con l’ ausilio e il supporto delle tecnologie implica il ripensamento di tutta la metodologia di insegnamento, l’ attuazione di un approccio basato sulla ricerca del soggetto che apprende,  un apprendimento che avviene in chiave collaborativa, una mobilitazione di vari tipi di conoscenze e di competenze, in definitiva una didattica capovolta,

un modo diverso di costruire l’apprendimento, più attivo e personalizzato, che, grazie alle tecnologie digitali e al web, si rivela efficace soprattutto in correlazione all’adozione di metodologie di Cooperative Learning nel lavoro in classe. Le  nuove tecnologie continuano velocemente a trasformare il mondo, creando nuovi modi di comunicare e di relazionarsi, di pensare e di agire. Stiamo assistendo alla creazione di una nuova dimensione dalle molteplici potenzialità, in cui è necessario muoversi da cittadini digitali consapevoli, con strumenti e conoscenze adeguate. Il Miur ha rilevato la necessità di integrare il digitale nel quotidiano didattico come opportunità supplementare, sia supportando di contenuti e di valori i comportamenti che i giovani adottano in quest’ambito con troppa disinvoltura, basti ricordare i più recenti casi di cyberbullismo, sia utilizzando i nuovi media come potenti strumenti nell’apprendimento dei saperi delle diverse discipline. L’uso consapevole delle nuove tecnologie consente  alla scuola di rispondere alle esigenze formative ribadite dall’Unione europea. La competenza digitale è  trasversale ad ogni disciplina: può divenire lo strumento per creare efficaci ambienti di apprendimento laboratoriali, si pensi alla flipped classroom o all’ insegnamento Clil. Può integrare diritti e doveri della società digitale nell’insegnamento delle discipline storiche secondo precisi obiettivi educativi e valori sociali, quali l’autonomia e il pensiero critico, la consapevolezza, la responsabilità, la partecipazione.  Può agevolare l’ interazione dinamica tra mondo reale e mondo matematico,  per utilizzare in modo consapevole le competenze matematiche apprese a scuola. Non si tratta infatti solo di preparare gli  alunni a sviluppare e a rafforzare le abilità e le conoscenze sugli aspetti strumentali delle tecnologie digitali, ma soprattutto di motivarli a praticarle e a viverle con la consapevolezza dei processi  affettivi, relazionali e di rappresentazione che vengono messi in gioco.

All’azione di arricchimento cognitivo e affettivo offerta dalle nuove tecnologie si correla quindi specularmente anche un’azione complementare di prevenzione, necessaria per evitare i rischi di un loro uso non consapevole e perciò acritico. L’approccio pedagogico all’uso consapevole delle nuove tecnologie coinvolge i versanti cognitivo e affettivo, valoriale e civico come ambiti preferenziali sui quali agire per creare un “saper essere e saper fare nel mondo digitale” che sia attento ai diritti e doveri della propria persona e degli altri.

È necessario  impostare le attività sul dialogo e sul confronto, stabilire un clima sereno e positivo dove far emergere differenti punti di vista, false convinzioni e atteggiamenti superficiali.

Mettendo al centro dell’attenzione il vissuto degli alunni, si possono  avviare discussioni e riflessioni sulle scelte e sulle soluzioni, indurre immedesimazioni, affrontare le situazioni negative, in un continuo passaggio, mediato dal docente, dalla dimensione cognitiva a quella emotiva.

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