Categorie: Politica scolastica

La buona scuola inizia dal rispetto: come saranno gli esami di Stato?

La scuola però continua ad andare avanti, giorno dopo giorno, e per quanto sia importante sapere come potrebbe/dovrebbe cambiare da qui a qualche anno, credo sia altrettanto cruciale rispondere anche alle urgenze dell’oggi. Un esempio: non passo giorno senza che docenti e, soprattutto, studenti mi fermino per chiedere come sarà l’esame di Stato a giugno.

Ecco un bel tema su cui esercitare, già da oggi, la buona scuola. Non si tratta infatti di sapere come saranno gli esami di stato fra 3, 4 o 10 anni ma come saranno quelli che si terranno fra 8 mesi, quelli ai quali ci si prepara frequentando l’ultimo anno di corso.

E qui non si parla tanto del dibattito di queste settimane sulla composizione delle commissioni e del significativo risparmio derivante dalla possibile scelta di soli commissari interni. Questo è solo un aspetto del problema, un elemento organizzativo.

C’è invece un altro – e secondo me più importante – aspetto della questione. Le attuali classi quinte dei licei, dei tecnici e dei professionali sono infatti le prime classi che portano a compimento la “riforma” Gelmini del 2010. Classi che hanno fatto un percorso diverso rispetto ai coetanei degli anni precedenti: con indicazioni nazionali specifiche, spesso con meno ore di lezione e con diverse scansioni delle discipline e dei contenuti delle stesse.

In alcuni casi, poi, ci si trova davanti ad assolute novità come ad esempio nei licei musicali e coreutici.

Ebbene, se da un lato è certo importante sapere chi saranno i commissari d’esame (interni o esterni e misti come fino a giugno 2014) dall’altro pare davvero essere più importante capire su che disciplina/e verterà la seconda prova scritta, se ci saranno o meno novità tali nel colloquio da prefigurare un taglio specifico nella progettazione didattica dell’ultimo anno di corso, ecc.

Sembrano domande ovvie. Eppure dal 2010 a oggi nessuna risposta è pervenuta. A dire il vero nell’ultimo anno al Miur ha operato, e intensamente, il gruppo di lavoro chiamato a fornire le indicazioni necessarie. La Direzione Generale ordinamenti ha anche dichiarato, in primavera, che il lavoro era concluso sul versante tecnico e che mancava solo l’approvazione/firma politica.

Ma da allora, nulla. Silenzio assoluto. Intanto le lezioni sono iniziate e prof e studenti ogni mattina si domandano come si chiuderà il loro anno scolastico. Qualche notizia arriva da Davide Faraone, esponente del Pd, anche se ancora vaghe

Ecco, forse la” buona scuola” potrebbe iniziare subito rispettando il loro lavoro quotidiano chiarendo come sarà organizzato l’esame di stato, e non solo chi lo condurrà. Un tema educativo e didattico prima che organizzativo o legato alla spending review.

 

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Aluisi Tosolini

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