Come siamo ormai abituati da tempo, ogni intervento di riforma scolastica, piccola o grande che sia, prende spunto dall’attualità e spesso si rinuncia a costruire un impianto organico, giusto ed equilibrato.
Quando invece si tenta di farlo (La Buona scuola) il risultato è indubbiamente peggiore! La recente sentenza dei diplomati magistrali detta l’agenda di governo, dimenticando purtroppo di adottare per tempo misure equilibrate per tutte le parti in gioco.
Ogni categoria chiede un provvedimento che avvantaggi la propria, fino a leggere recentemente la richiesta a gran voce di alcuni insegnanti che si concedano tutti i posti disponibili dell’organico del prossimo anno ai trasferimenti, dimenticando che un paio di anni fa avrebbe firmato col sangue per non assegnare alcun posto ai trasferimenti (in quanto in attesa di essere immessi in ruolo nella propria provincia).
Per non parlare delle categorie ad oggi passate nel dimenticatoio, quali quella di qualche migliaia di docenti depennati dalle GAE, non comprendendo come sia possibile, moralmente prima che giuridicamente, cancellare definitivamente un diritto conquistato dopo anni di lavoro e titoli di abilitazione.
La completa rovina della propria carriera ed aspirazione in conseguenza di una semplice dimenticanza – definitiva -. Il fine giustifica i mezzi ancora oggi, più di prima. Ma per questa categoria – di cui purtroppo faccio parte – non si conosce alcuna previsione nonostante la recente sentenza della corte di cassazione che alla fine di novembre dello scorso anno ha ribadito come illegittimi i decreti degli aggiornamenti dei punteggi che non prevedono la possibilità dei reinserimenti.
Ultima bestialità riguarda la fase transitoria. Una farsa per non giustificare che forse è proprio giusto aprire le GAE (magari aggiungendo una ulteriore fascia o un elenco aggiuntivo o fate voi) ad una classe di precari che oltre ad essere abilitati, insegnano già da molti anni e sono stabilmente inseriti nel sistema delle supplenze annuali e temporanee.
Il PD, o governo è la stessa cosa, piuttosto che giustificare i propri errori ha inventato la “fase transitoria”, che altro non è nei fatti che un’altra gae a base regionale (ma non lo voleva eliminare il precariato?!?). Se così non fosse sarebbe da chiedere per quale motivo fare un bando, un concorso se poi il risultato è un’altra infinita gae (regionale)?
Come molti ogni giorno leggiamo le contraddittorie notizie sulla scuola e piuttosto che entrarci la mia attenzione si rivolge sempre più spesso a quei docenti che stancamente la lasciano.
Sergio M. Graziano