“Alla luce della sentenza emessa dalla Corte di Giustizia europea sulla stabilizzazione del personale precario della scuola e della PA, chiediamo al Governo di intervenire con celerità con atti adeguati atti normativi: per evitare un contenzioso, che porterebbe ad un danno per le casse dello Stato, è bene che l’Esecutivo allarghi il numero di assunzioni già incluse nella Legge di Stabilità 2015, in via di approvazione, includendo altri 60mila docenti abilitati dopo il 2011 e 40mila unità di personale Ata con oltre 36 mesi di servizio svolto”: a chiederlo alla VII Commissione del Senato è stato oggi Marcello Pacificio, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir.
La richiesta dell’associazione sindacale è stata posta alla Commissione Istruzione di Palazzo Madama – presieduta dal senatore Fabrizio Bocchino (Gruppo Misto) e con relatrice per il governo la senatrice Francesca Puglisi (Pd) – durante l’audizione tenuta stamane nell’ambito del piano di Governo “La Buona Scuola”. Il tema dell’incontro, l’Atto n. 836 del piano di Governo, si è rivelato di stretta attualità, poiché attinente giorno alla storica sentenza della Corte di Giustizia europea che ieri ha condannato, senza se e senza ma, l’operato dello Stato italiano e della sua amministrazione scolastica per abuso del precariato.
“La Corte di Lussemburgo – ha detto Pacifico – ha condannato l’utilizzo immotivato di personale precario sottoposto a contratti a tempo determinato, perché adottato senza alcuna ragione sostitutiva, poiché quei dipendenti sono stati assunti su posti a tutti gli effetti vacanti e disponibili. E tale comportamento che applica la Legge 106/2011, dice la suprema Corte, è in contrasto con la direttiva europea 1999/70/CE”.
“Preso atto, quindi, di quanto è stabilito dalla sentenza – ha continuato il presidente Anief -, le 150mila immissioni in ruolo previste dal piano Renzi non bastano più. A meno che non si voglia avviare un contenzioso attivabile da personale in possesso dei requisiti, ma non presente in GaE ma costretti a rivendicarne il diritto reso esplicito dalla sentenza. I numeri ci dicono – dichiara ancora Pacifico – che il personale fuori dalle graduatorie ed interessato ad attivare il contenzioso si aggira a circa 60mila docenti: tutto personale già abilitato all’insegnamento e con più di 36 mesi di servizio”.
La proposta Anief è quindi quella di incrementare il cosiddetto organico funzionale per un totale quindi di 210mila immissioni in ruolo di personale docente. Per far sì che il personale, in possesso dei requisiti e oggi escluso dal piano assunzioni possa farne parte, la proposta Anief è quella di consentire l’inserimento in quarta fascia aggiuntiva, considerato tra l’altro che in alcuni province e per alcune classi di concorso le GaE sono già esaurite, comprese le fasce aggiuntive. “E’ assurdo – dice ancora il presidente Anief – non tenere conto che laureati presso SFP e quindi abilitati, rimangano esclusi dal prossimo piano di reclutamento”.
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Rispetto al piano delle immissioni in ruolo, nulla si dice a proposito della stabilizzazione del personale Ata. Il sindacato chiede quindi attenzione e considerazione per amministrativi, tecnici e ausiliari della scuola, che, come i docenti, svolgono un ruolo fondamentale ed a sostegno della scuola pubblica.
“Facciamo rilevare – ha detto Pacifico, sempre in audizione – che nel documento ‘La Buona Scuola’, a giustificazione ed a sostegno delle 150mila immissioni in ruolo è citata una procedura di infrazione che facciamo notare riguarda proprio il personale non docente. Pensare di stabilizzare solo i docenti obbligati da una procedura che riguarda il personale Ata, è a dir poco paradossale. È quindi necessario invertire la tendenza tutta italiana, che è stata quella di una riduzione perenne delle risorse disponibili per la scuola”.
Si prevede, quindi, un altro braccio di ferro con l’amministrazione scolastica: nelle stesse ore in cui l’Anief formulava la richiesta degli ulteriori 100mila precari da assumere, il ministro Giannini dichiarava infatti che i posti vacanti disponibili per le immissioni in ruolo, tra il personale docente, sono appena 15mila.
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