La “buona scuola” del Governo non ci convince. Non ci convincono i contenuti e non ci piacciono i metodi. Quella che il Ministro Giannini definisce una campagna di consultazioni, è in realtà puntellata da episodi che tradiscono le millantate intenzioni di avvalersi deldibattito democratico e del contributo delle parti sociali per “migliorare” il progetto politico propagandato.
Se il Ministro non lo “prevede”, infatti, non è neanche legittimo protestare: questo dimostrano le continue dichiarazioni sui media, e gli episodi a cui stiamo assistendo da quando la “buona scuola” è stata varata. Il più grave tra tutti i tentativi di repressione, ci appare senza dubbio quello accaduto a Palermo il 18 ottobre scorso: agenti in assetto antisommossa hanno colpito ripetutamente studenti semplicemente “armati” di cartellini di cartone, “protetti” dalle loro magliette estive, che protestavano davanti alla scuola dove il Ministro incontrava non gli studenti, i genitori o i docenti, che nella scuola sono soggetti attivi e protagonisti, ma i politici e gli amministratori, per parlare di una scuola, quella “teorica”, che non riflette minimamente la realtà.
Come docenti vogliamo manifestare il nostro disappunto, non solamente di fronte a questi metodi repressivi che non rispecchiano i valori costituzionali che orientano il nostro ruolo formativo ed educativo e che costituiscono la base dei nostri insegnamenti.
Vogliamo dimostrare la nostra contrarietà anche per i contenuti, i punti oscuri e critici di questo progetto politico, che appare inadeguato rispetto al piano di assunzioni di cui la scuola avrebbe bisogno, nel rispetto dei diritti maturati dal precariato storico, quello assunto dalle graduatorie d’istituto.
Per quanto sopra detto, dunque, Adida propone di partecipare attivamente alla manifestazione indetta per il giorno 25 ottobre 2014 a Roma in piazza San Giovanni dalla FLC – CGIL “per la libertà e l’uguaglianza del lavoro e l’estensione dei diritti a tutte le lavoratrici e i lavoratori”.
Vogliamo ricordare al Governo che senza il lavoro prestato dai docenti di II e III fascia, il servizio scolastico pubblico non potrebbe essere garantito. Non è più accettabile che, dopo tutti questi anni, in presenza di titoli validi all’insegnamento definiti dal MIUR stesso, si debba assistere alla negazione persino dello status di “precari”.
Adida pertanto, ancora una volta, invita ad essere uniti e mobilitarsi per manifestare il proprio dissenso verso le scelte politiche lesive della categoria dei docenti che da anni rappresentiamo.
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