Politica scolastica

La Buona Scuola non si tocca, Fedeli: il Governo che verrà consolidi, non torni indietro

Un nuovo Governo che cambia le regole della scuola non compie una buona azione: sull’istruzione pubblica, “quando arriva uno e cambia arriva un altro e ricambia è il danno peggiore per un Paese”. Il concetto è stato espresso dalla ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, parlando al Congresso nazionale dell’Anp, in corso Roma, e che domenica nominerà il presidente del sindacato per il prossimo triennio.

La ministra: in altri Paesi le scelte di fondo non cambiano con la politica

La responsabile del Miur ha ricordato come in altri Paesi, le “scelte di fondo come quelle sulla scuola non vengono cambiate sulla base delle maggioranze politiche”.

E ancora: occorre “andare avanti e aggiustare, ci mancherebbe”, ha precisato la Fedeli. Aggiungendo anche che in “una fase come questa, in cui si è cominciato a reinvestire sulla scuola, o si consolida o si torna indietro. Non c’è altro spazio”.

La Legge 107/15 non si tocca

Il riferimento della titolare del dicastero di Viale Trastevere è chiaro, almeno per gli addetti ai lavori: la Buona Scuola, la Legge 107/15 con i suoi otto decreti legislativi, non si tocca. E se le lamentele sono molte non importa, perché, si legge tra le righe del suo intervento, se un impianto normativo è bene impostato al massimo si può affinare ma non stravolgere. Quindi, lunga vita alla chiamata diretta, all’algoritmo per la mobilità, al bonus sul merito dei docenti. E pur all’innovativa alternanza scuola-lavoro, per la quale nelle prossime ore si apriranno gli Stati generali proprio presso il Miur.

La posizione della Fedeli, tuttavia, non sembra essere la stessa degli altri raggruppamenti politici, ad iniziare dal Movimento 5 Stelle, visto che il suo candidato premier Luigi Di Maio ha più volte espresso l’auspicio di cancellare la Buona Scuola, assieme al Job Acts e alla riforma pensionistica Monti-Fornero, anche nella stessa giornata parlando Radio Rai1.

Si confermi anche il metodo del confronto con le parti sociali

Infine, la ministra ha auspicato che anche il metodo introdotto a Viale Trastevere, più aperto al dialogo con le parti sociali, non si perdesse nel tempo e con l’approdo di altre coalizioni di Governo.

“Vorrei che nella campagna elettorale, già iniziata, ci fosse un obiettivo condiviso di tutte le parti politiche sul terreno della scuola, per andare avanti a investire con il metodo del confronto e dell’ascolto”, ha concluso la ministra dell’Istruzione.

Alessandro Giuliani

Articoli recenti

Giusto Catania “promosso” in un liceo top di Palermo, poi l’Usr ci ripensa: “pago il mio essere di sinistra, questo è il Merito?”

“Nel Paese di Giorgia Meloni bisogna sempre premiare il merito, soprattutto nella scuola, a meno…

17/07/2024

Graduatorie Terza Fascia Ata, al via la valutazione delle domande: le segreterie segnalano disfunzioni

Al via la valutazione e validazione delle domande presentate per le graduatorie di istituto e…

16/07/2024

“Strane” abitudini alla scuola dell’infanzia

I bambini sono seduti comodamente sulle loro sedie, disposte in un ampio cerchio: due bambinetengono…

16/07/2024

Prof colpita dai pallini: il giudice dice che non c’è reato ma ci possono essere anche altri profili di responsabilità

Gli sviluppi della vicenda dalla docente di Rovigo che nel 2022 era stata oggetto di…

16/07/2024

Specializzazione sostegno Indire, bastano 30 Cfu e 3 anni di supplenze o corso all’estero: Manzi (Pd): scorciatoia che crea disparità tra i precari

Sono diverse le novità contenute nel decreto 71, meglio conosciuto come ‘decreto Scuola', ormai ad…

16/07/2024

Prove Invalsi 2024, un estratto dell’ultimo rapporto evidenzia i miglioramenti emersi quest’anno

L'11 luglio scorso è stato presentato il Rapporto relativo alle prove Invalsi svolte nel 2024.…

16/07/2024