Crescono i dubbi sul rapporto della “buona scuola”, tanto che qualcuno, ironicamente ma non troppo, la definisce “ la scuola economa”.
Sembra che il piano Renzi-Giannini si basi sul risparmio di spesa e su ingenti tagli. Quindi non si vuole una buona scuola ma piuttosto una scuola economa e che costi poco. Ci risiamo? Si tratta della solita manovra economica, mascherata da riforma epocale? Qualcuno sostiene che la riforma Gelmini, anche essa una riforma epocale, a confronto è stata roba da dilettanti allo sbaraglio.
Dopo il fallimento di Francesco Profumo, sono arrivati i professionisti dei mega tagli alla scuola? Cosa sarà dell’orario scolastico dei docenti? Quante ore settimanali dovranno faticare i “professoroni”?
E poi, quali saranno quelli veramente meritevoli? Chi li individuerà? Sappiamo solo che saranno i due terzi del collegio dei docenti e che con ogni probabilità verranno ulteriormente divisi in tra fasce di merito. Solo a parlarne si crea già il caos, sarà curioso vedere cosa succederà, semmai dovesse succedere qualcosa.
Ma cosa ci riserva inoltre, la buona scuola o, a seconda dei punti di vista, la scuola economa? Sembra che potrebbe portare i prof ad avere una titolarità flessibile. Ma cosa significa questo? In buona sostanza, sarebbe previsto, che tutti gli insegnanti perderanno la titolarità nella propria scuola, riacquisendola in modo più flessibile in una rete di scuole e non solo con mansioni didattiche, ma in alcuni casi anche con mansioni di organizzazione del lavoro. Quindi con tale titolarità flessibile su più scuole il docente si potrebbe trovare nella situazione scomoda di svolgere servizio in una delle scuole della rete, presumibilmente scelta dal dirigente scolastico, o anche in più di una scuola della stessa rete. C’è chi pensa che l’operazione di fondo di questa riforma sia quella di azzerare completamente il fondo d’Istituto, ecco perché si tratterebbe di una riforma basata sul risparmio di spesa. Con l’organico funzionale e la flessibilità oraria e di titolarità, i docenti, a parità di stipendio, svolgeranno tutte quelle attività che oggi sono retribuite, tramite la contrattazione d’Istituto, con il FIS. Per ricompensare i docenti del lavoro in più prestato, si daranno tanti crediti didattici, formativi e professionali, che apriranno le porte ad una magnifica e folgorante carriera.
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