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Infatti la sparizione degli aumenti stipendiali automatici, che nel progetto del Governo dovrebbero essere sostituiti da quelli legati al merito, permetterà allo Stato di risparmiare subito decine di milioni di euro.
Secondo Anief la riforma della scuola servirà allo Stato solo per risparmiare soldi perché appunto non ci saranno scatti fino a fine 2018.
Vale la pena ricordare che la retribuzione dei docenti italiani risulta molto al di sotto della media UE, già oggi con gli scatti stipendiali garantiti (seppure negli ultimi anni recuperati dal Mof): figuriamoci cosa accadrebbe in assenza di aumenti automatici legati all’anzianità di servizio. Oggi, se ad inizio carriera la retribuzione lorda di un insegnante della scuola secondaria di primo grado è di 24.141 euro (circa 1.300 euro netti al mese). La media europea è di 26.852. Il divario cresce a fine carriera: 45.280 euro nella media dell’Unione europea contro 36.157 in Italia, il 25 per cento in meno che arriva al 30 per cento nella secondaria di secondo grado, pari a quasi 9mila euro in meno.
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