A fine aprile partirà la campagna d’ascolto dei prof da parte di Renzi. Mi sembra solo una bella trovata mediatica!!! Non credo che Renzi abbia bisogno d’informazioni sulla situazione dei professori e dei maestri. Nella sua famiglia sono presenti validi consulenti: la moglie che lavora – meglio lavorava, ora è in aspettativa – come insegnante-precaria in un liceo scientifico e i suoi figli che frequentano la scuola elementare e media. Quindi chi meglio di lui, come marito e genitore può conoscere la condizione degli insegnanti? Docenti frustrati e arrabbiati per la scarsa considerazione sociale ed economica., costretti ad operare in aule insicure, spesso vessati da genitori che si ergono ad esperti della didattica o delle relazioni educative con i minori, oberati ogni giorno di nuove incombenze. Come insegnante mi piacerebbe conoscere le risorse che Renzi intende “mettere sul tavolo” per valorizzare il nostro impegno professionale.
Quasi sicuramente i nostri stipendi per una serie di motivi – debito alto, fiscal compact da onorare con 50 miliardi di euro ogni anno e per due lustri, contrazione degli introiti fiscali per la riduzione della forza lavoro, rimarranno bloccati fino al 2020 e oltre. Se ci aggiungiamo l’abolizione degli scatti, l’azzeramento del Mof e delle risorse ex legge 440, allora l’unica certezza è il nulla economico.
Questa campagna d’ascolto mi sembra infine una sconfessione, un declassamento del Ministro Giannini, la quale come responsabile dell’istruzione dovrebbe essere lei ad assumere un ruolo importante. In un intervista Renzi ha definito la campagna di ascolto un’ idea del Pd e nello stesso “un passaggio fondamentale del governo”. Quindi la Giannini è chiamata in causa, ma in questo caso sicuramente farà da comparsa, proseguendo il suo “tsunami comunicativo”, fatto di interviste o dichiarazioni che ad oggi non hanno avuto un seguito concreto – spesso parla di merito, ma finora non ha emanato né una Direttiva all’Aran né ha firmato una proposta di legge- o che si basano su ovvietà disarmanti.