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La cantante Madame: “Volevo fare l’insegnante. I miei docenti erano brillanti, ho pensato di avere quella vocazione”

La cantante Madame, 21 anni, il cui vero nome è Francesca Calearo, è una delle artiste più ascoltate degli ultimi anni. In un’intervista a Vanity Fair uscita oggi, 17 ottobre, la cantautrice ha parlato dei suoi anni a scuola e del mestiere che avrebbe voluto fare: l’insegnante.

Che scuola ha fatto Madame?

Ecco le sue parole: “Non sapevo cosa avrei fatto nella vita. Mi piaceva l’idea di fare l’insegnante, ero al liceo psico-pedagogico perché ero appassionata di psicologia, pedagogia, antropologia, poi ho scoperto la psicanalisi e, insomma, mondi meravigliosi. E dato che avevo la fortuna di avere degli insegnanti molto brillanti, ho pensato che magari avevo anch’io quel tipo di vocazione”.

La Calearo ha anche detto la sua sul recente dibattito in merito alla possibile introduzione dell’educazione sessuale a scuola. Madame si è detta favorevole: “Sì, sarebbe meglio se la facessero a scuola. Ma non succede. Io ci ho messo del tempo a capire la differenza tra il sesso dei porno e quello reale”.

Il dibattito parlamentare sull’educazione sessuale a scuola

Forti momenti di attrito si sono vissuti il 5 ottobre nell’Aula della Camera a seguito della richiesta del M5s di introdurre “l’insegnamento dell’educazione affettiva e sessuale” nella scuola primaria e media. La maggioranza parlamentare ha bocciato il testo, ma prima c’è stato un vivace scambio di battute tra il leghista Rossano Sasso, che già nei giorni scorsi aveva espresso tutta la sua contrarietà al progetto, ed i banchi dei pentastellati e del Partito democratico.

I toni si sono accesi a seguito dell’intervento dell’on. Sasso: “Finché ci sarà la Lega al Governo – ha detto l’ex sottosegretario – la propaganda di gender se la scordano i colleghi del Movimento 5 Stelle. Se proprio ci tengono tanto a violare quanto previsto anche da una circolare, la n. 1972 del 2015, fatta dal Governo Renzi, quindi da un Governo comunque di centrosinistra, che la vieta in assoluto, e se proprio ci tengono a fare educazione sessuale a bambini di 6 anni, se la facciano nelle loro sedi di partito e non approfittino della scuola, senza il consenso dei genitori, obbligando dei bambini alle loro porcherie”.

La parola ‘porcherie’ ha immediatamente fatto scattare le proteste del Centro-Sinistra. La vicepresidente della Camera Anna Ascani (Pd), in particolare, ha replicato all’on. Rossano Sasso sostenendo che “l’espressione ‘le loro porcherie’ non è consentita ed è offensiva nei confronti dei colleghi”.

Ricordiamo, per completezza, che dal 2012 le Indicazioni nazionali per il curricolo del 2012 prevedono già che alla fine della classe quinta primaria l’alunno dovrà “acquisire le prime informazioni sulla riproduzione e la sessualità”. 

Redazione

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