Sembra che le segreterie scolastiche di moltissime scuole italiane ogni giorno siano invase da 150 a 200 Pec spedite da aspiranti insegnanti che si mettono a disposizione degli istituti per coprire le assenze dei docenti di ruolo, per le quali non ci sono neanche i supplenti in graduatoria.
Una valanga che sale, grazie alla “mad”, la messa a disposizione, ma che sta mettendo in seria crisi le segreterie e dunque le presidenze, anche se la cosiddetta “messa a disposizione” può essere letta pure come una risorsa, visto che lo scorso anno sono state circa 15mila le supplenze assegnate in questo modo.
E quest’anno? Secondo quanto pubblica Il Messaggero, il numero potrebbe lievitare superando le 170mila unità, considerato che gli aspiranti sono giovani diplomati o laureati, con un titolo di studio affine alla materia e alla classe di concorso per la quale si propongono, senza l’abilitazione e senza un’esperienza pregressa.
Non solo neolaureati, ma anche gli abilitati e gli specializzati sul sostegno, anche già iscritti nelle graduatorie di istituto, sperando in questo modo di avere maggiore possibilità di essere chiamati e quindi di salire in graduatoria.
Secondo il sindacato Anquap ogni scuola, dal 2014, si è ritrovata a protocollare mediamente 11.200 mad: un numero smisurato soprattutto se paragonato ai protocolli effettuati con le pagelle, circa 3500. Nelle scuole, praticamente, ci sono più curriculum di aspiranti supplenti che pagelle degli studenti.
Di contro, scrive sempre Il Messaggero, sono già tante le scuole che stanno bloccando la ricezione delle candidature attraverso la mad, proprio a causa dell’eccessivo numero di mail ricevute, in attesa che un programma ad hoc provveda a gestire le candidature.
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