Porta un esempio singolare Wael Suleiman, palestinese, capo della Caritas, nel corso di una intervista a Vita.it: “Quando Maria e Giuseppe hanno saputo di Erode, sono scappati in Egitto per salvare Gesù. Anche noi dobbiamo pensare di salvare le nostre vite, le nostre giovani generazioni. Non c’è pace nel medio oriente, sono 75 anni che siamo profughi in tutto il mondo. Noi siamo nati per vivere non per morire, invece mi sembra che siamo nati solo per morire, per essere bombardati o essere profughi”.
Racconta poi di un ragazzino che, vedendo l’assenza delle organizzazioni umanitarie, ha detto provocatoriamente che adesso chiameranno le organizzazioni che difendono i diritti degli animali, può darsi che così qualcuno a Gaza arriverà a vedere cosa sta accadendo.
E aggiunge: “Siamo disperati. Perché rimanere qui? Dobbiamo andare via, via da qui! Soffriamo dal 1948, anche io sono di origine palestinese: lasciamo la terra, che la prendano! La vita vale di più di tutto”.
“Perché morire? Anche noi dobbiamo pensare di salvare le nostre vite, le nostre generazioni. Io oggi, dopo 26 anni, sento tutto il peso di andare avanti con un’opera così bella e grande come la Caritas, ma siamo stanchi. Lavoriamo ogni giorno a contatto con il dolore dei siriani, dei palestinesi, degli iracheni. Persone che hanno perso tutto, anche la fede, anche la voglia di vivere. Oggi anche Dio non trova più posto nelle persone, ci sono bambini che mi guardano e mi chiedono se Dio esiste”.
“La gente è disperata, vuole mangiare, non sa se domani sarà viva. Negli ultimi 40 anni, abbiamo perso il 95% della presenza cristiana in medio oriente”.
“Sono 85mila persone dimenticate dal mondo intero. La Caritas Siria è in condizioni drammatiche, in Libano hanno così tanto sofferto la guerra che oggi neanche la avvertono più, per loro la vita “normale” è la guerra e questo è pericoloso perché si perde la coscienza della pace”.
Drammatica un’altra dichiarazione: “La pace è impossibile, impossibile. La pace è solo una parola dolce e bellissima. Abbiamo speso miliardi di conferenze e meeting in tutto il mondo ma parliamo di una pace impossibile. Noi siamo troppo deboli per fare pace, siamo troppo piccoli per fare pace. Per questo io continuo a dire che l’unica alternativa alla pace è la fuga. Meglio salvare la vita. Dio ci ha dato la vita, non importa dove la vivi, siamo nati per vivere e non per morire. Cosa è meglio? La morte ogni giorno, ogni momento, oppure la vita, anche se altrove?”
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