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La Carlucci fa il bis con un ddl che propone un Albo con 3 tipi di prof

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Per la deputata Gabriella Carlucci (Pdl) quello della scuola deve essere diventato una sorta di contesto da dove trarre spunti attraverso cui presentare progetti di legge: dopo il ddl sul cambiamento dei libri di testo scolastici, reputato necessario per i loro contenuti troppo spostati a “sinistra”, stavolta la Carlucci ha puntato dritto allo stato giuridico degli insegnanti. Nel ddl, ora all’esame della Commissione cultura della Camera, si legge che è giunto il momento di superare l’attuale “impiegatizzazione dei docenti (favorita dal numero decisamente impressionante: oggi quasi un milione, mentre nel 1957 erano appena 261.000)” e che “per gli insegnanti resta la strada del professionalismo (stato giuridico, formazione iniziale, cultura specialistica condivisa, codice deontologico, carriera, autogoverno della professione), cioè della ridefinizione del ruolo e delle competenze in rapporto ai nuovi compiti della scuola di massa in una società della conoscenza”.
Per raggiungere tale scopo, la Carlucci ed i deputati del Pdl puntano su concetti vicini all’attuale ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini: meritocrazia e premialità. Concetti, del resto, nemmeno del tutto inediti, visto che anche il quotato ddl Aprea era orientato nella stessa direzione.
Nello specifico, il ddl, dal titolo ‘Norme generali sullo stato giuridico degli insegnanti delle istituzioni scolastiche e formative’, punta ad “una figura di insegnante altamente professionale”, attraverso l’introduzione di un albo nazionale dei docenti, all’interno del quale sarebbero inseriti tre diversi inquadramenti professionali ed economici: docente iniziale, ordinario ed esperto, il quali andrebbero a determinare un “riconoscimento giuridico ed economico della professionalità maturata e non implicano sovraordinazione gerarchica”.
Nei fatti, tuttavia, il docente esperto avrebbe delle responsabilità, e di conseguenza dei riconoscimenti economici, maggiori: saranno solo coloro che sono inquadrati in questa tipologia di docenti a occuparsi di formazione iniziale e aggiornamento dei colleghi, oltre che del coordinamento di dipartimenti progetti di gruppo, delle commissioni di valutazione, oltre che a collaborare direttamente con i presidi. Gli altri docenti, iniziale ed ordinario, sarebbero invece oggetto di periodica valutazione, sulla base dei loro risultati ottenuti sul fronte didattico, dei progetti, sull’apporto alla scuola e dei titoli professionali acquisiti: per coloro che non raggiungeranno gli obiettivi prefissati è anche prevista la sospensione temporanea della “progressione economica per anzianità”.
È stato netto il no al ddl da parte del Partito democratico: secondo Mariangela Bastico, sottosegretario dell’ex ministro Fioroni, “la Carlucci offre un altro tassello al disegno berlusconiano di privatizzazione della scuola pubblica: la Commissione di valutazione, volta ad elargire ‘premi e castighi’ agli insegnanti, non possiede alcun elemento di ‘terzietà’, ma opera sulla base di imprecisate indicazioni e criteri stabiliti dal ministro dell’Istruzione, con l’evidente rischio o intendimento di misurare la fedeltà dei docenti rispetto alle indicazioni del Ministro stesso”. Siamo di fronte, dice ancora Bastico, all’ennesimo tentativo da parte del governo di “impoverire e denigrarela scuola pubblica, rendendola sempre più debole nell’affrontare il proprio compito educativo”. Poi la deputata Pd cita Pietro Calamandrei: ‘trasformare sudditi in cittadini è un miracolo che solo la scuola può compiere’. Per l’ex vice-ministro “è evidente che gli attacchi di Berlusconi, Gelmini, Carlucci e Garagnani sono tutti volti ad impedire che quel miracolo si realizzi”.