La carriera degli insegnanti in Europa: accesso, progressione e sostegno è il titolo del nuovo quaderno di Eurydice che accoglie la traduzione italiana del rapporto comparativo Teaching Careers in Europe: Access, Progression and Support.
Il quaderno prende in esame, in particolare, le principali sfide legate all’offerta e alla domanda di insegnanti, quali sono i requisiti per diventare insegnante, le condizioni di reclutamento e di lavoro, lo sviluppo e il sostegno professionale, le opportunità di sviluppo di carriera degli insegnanti. Il rapporto analizza anche l’ambito della valutazione dei docenti.
Dall’analisi comparativa con gli altri sistemi educativi europei, emerge come uno dei grandi problemi dell’Italia sia legato all’invecchiamento degli insegnanti. Problema che in Europa è abbastanza generalizzato, ma nel nostro paese è particolarmente accentuato, tanto che secondo gli ultimi dati Eurostat il 36% degli insegnanti delle scuole primarie e secondarie europee ha più di 50 anni, percentuale che in Italia si alza al 57%. Inoltre, gli insegnanti dell’UE di oltre 60 anni si attestano al 9% mentre in Italia la percentuale è più alta, il 18%.
In quasi la metà dei sistemi d’istruzione europei, la laurea ha anche valore abilitante e la qualifica della formazione iniziale costituisce l’unica condizione per diventare un docente di ruolo. In altri 23 sistemi d’istruzione, i laureati della formazione iniziale degli insegnanti devono invece soddisfare ulteriori requisiti per poter insegnare, come superare un concorso o confermare le loro competenze professionali. In sei paesi, tra cui anche l’Italia, i futuri insegnanti devono anche superare un concorso che può prevedere prove scritte, colloqui, la valutazione di un portfolio, l’osservazione della pratica didattica o qualsiasi combinazione di questi metodi.
La maggioranza dei paesi europei utilizza un sistema di reclutamento aperto. Una minoranza di paesi, tra cui l’Italia, organizza concorsi e predispone delle graduatorie, stabilite a livello provinciale.
Lo sviluppo professionale continuo in Europa può essere considerato obbligatorio o, come in Italia, può rappresentare uno dei doveri dei docenti stabilito dalla normativa o dai contratti di lavoro oppure può essere facoltativo.
In Italia, lo sviluppo professionale continuo non è collegato a nessun incentivo, principalmente perché nel nostro paese non esiste, al momento, nessuna prospettiva di sviluppo di carriera nell’ambito della professione docente.
La valutazione degli insegnanti in servizio è ampiamente diffusa in Europa ed ha diverse finalità.
In Italia, ha il solo scopo di identificare i docenti che hanno diritto a ricevere un bonus per la valorizzazione del merito. Nel nostro Paese inoltre la normativa non contiene misure specifiche per far fronte a situazioni di insegnanti in servizio con performance insoddisfacenti.
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