La denuncia è di Marcello Pacifico, presidente del sindacato Anief durante la manifestazione davanti al ministero dell’Istruzione nella giornata di sciopero della scuola contro il decreto legge 36 sul nuovo reclutamento e formazione approvato dal Governo e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 30 aprile scorso. Il Governo, sostiene il sindacalista, non premia chi si forma in aula, ma chi lo fa fuori. Non risolve il problema dei precari. L’Anief si dice disponibile ad uno sciopero con i sindacati maggiori: “oggi è solo l’inizio della nostra battaglia per fermare questo decreto”, ha dichiarato Pacifico.
“Vogliamo che la riforma sul reclutamento e sulla formazione degli insegnanti cambi in Parlamento. Questa riforma allunga i tempi per diventare insegnante, anzi li rende impossibili: 5 procedure per diventare insegnante di scuola, quando per diventare insegnante universitario ne bastano 2. Sembrerebbe quasi che si voglia punire chi sceglie il percorso dell’insegnamento. Noi vogliamo un percorso più snello”.
“Poi c’è il problema del precariato che non si risolve e ce lo chiede l’Europa – continua il sindacalista -. Queste soluzioni non arrivano perché il ministero prevede 30mila posti ogni anno rispetto a 200mila precari che non hanno un canale riservato per entrare in ruolo”.
“Noi non siamo d’accordo circa il fatto che uno insegna diversi anni e poi non entra mai in ruolo perché lo Stato deve risparmiare sugli stipendi”.
E sulla carta docente e sui tagli: “A noi risulta che questa formazione è fatta da tagli e risparmi perché nei prossimi anni verranno cancellati più di 12.500 posti e la stessa card docente sarà ridotta della metà, nei prossimi 10 anni, quindi ogni insegnante di ruolo perderà 2.500 euro di assegno per la formazione al fine di dare delle mance a qualcuno con i soldi con cui prima venivano formati tutti. Un meccanismo che neanche premia i docenti per ciò che fanno in classe, ma per ciò che fanno fuori”.
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