Educare ad Internet ed a filtrare i messaggi comunicativi. La carta stampata avrà ancora un futuro, vive solo un momento di transizione, ma resterà a galla. Conviverà con la televisione, con le nuove tecnologie e creerà un’informazione specializzata rispetto all’ambito territoriale a cui si rivolge, agli argomenti che tratta e alla tipologia degli utenti.
Sono alcune delle tesi emerse nel convegno “L’informazione del 2000: quale giornalismo per comunicare”, che si è tenuto a Vigevano l’11 febbraio in occasione della celebrazione del centenario della testata locale “L’Araldo Lomellino”.
Alla tavola rotonda, presentata da Paola Saluzzi e coordinata da Luciano Rispoli, conduttore de “Il tappeto colante” di TMC, sono intervenute importanti firme del giornalismo italiano. Tra i numerosi presenti, oltre a Marco Varvello, corrispondente RAI da Londra, ad Alessandro Cannavò del "”Corriere della Sera" e a Umberto Folena, inviato de “L’Avvenire”, anche Emidio Carboni, direttore della casa editrice “Enneffe Charta”, che stampa il primo quotidiano per lettori dai sei ai dieci anni, in edicola dal 15 gennaio 2000.
“I bambini – ha detto Carboni – nella televisione sono soggetti completamente passivi mentre nel giornale possono pensare”.
Vanno, però, aiutati ad esprimere le capacità dialettiche e di confronto: per riuscirci, occorre da parte degli adulti, saper ascoltare, “perché i bimbi sono giudici spietati”.
Nel sovraccarico di notizie che ci vengono oggi fornite bisogna fare delle scelte ed a selezionare bisogna educare.
E’, questo, compito anche della scuola che deve offrire ai suoi utenti, sin dalla prima età, una cultura dell’informazione in modo da sviluppare le attitudini utili ad essere futuri lettori dei giornali del domani.
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